Ideazione/concept: Dewey Dell (ITA) / Agata, Demetrio, Teodora Castellucci, Eugenio Resta;
assistenza alla regia/assistant direction: Kuro Tanino (JP);
disegno dei costumi/costume design: Yuichi Yokoyama (JP);
con/with: Agata Castellucci, Teodora Castellucci, Eugenio Resta, Enrico Ticconi;
coreografia/choreography: Teodora Castellucci;
musiche originali/original music: Black Fanfare / Demetrio Castellucci;
luci e scena/lights and scene: Eugenio Resta;
realizzazione dei costumi/costumes production: Fly-Inflate, Giovanna Amoroso e Istvan Zimmermann/Plastikart, Atelier Pietro Longhi;
realizzazione della scena/set production: Fly-Inflate, Vito Matera;
produzione/production: Dewey Dell 13;
co-produzione/co-production: steirischer herbst / Graz, BUDA Kunstencentrum / Kortrijk for NEXT International Festival, Centrale Fies / Dro;
con il sostegno di/with the support of: Tanzfabrik Berlin e di University of Zagreb - Student Centre Zagreb - Culture of Change (within APAP - Advancing Perfor;
Dewey Dell è sostenuto da APAP - Advancing Performing Arts Project/Dewey Dell is supported by APAP - Advancing Performing Arts Projects and is part of the project Fies Factory.
Sin dai tempi antichi Marzo è sempre stato considerato il mese della guerra; l’Inverno svanisce e lo sbocciare della Primavera segna il momento di tornare a combattere.
In un cratere enorme causato dall’impatto di un meteorite milioni di anni fa, in un pianeta lontano dal nostro, abitano alcune persone. Come microbi colti dall’occhio di un microscopio o come pianeti colti dall’iride di un telescopio, noi osserviamo questi corpi vivere un dramma che sembra contenere tutta l’offesa che il luogo ha subito millenni di anni prima. Lo spazio universale che ci separa da loro è talmente ampio che si attorciglia su sé stesso e diventa tempo; non possiamo infatti definire un’era geologica, o capire la fase evolutiva presente, se anche loro guardassero verso di noi, di certo vedrebbero solo dinosauri e una Terra che non c’è più. Osserviamo qualcosa che è destinato a viaggiare nello spazio cosmico per sempre e soli, come Galileo si sentì vedendo e scoprendo per la prima volta i corpi dei pianeti, ci trasformiamo in spettatori depositari di una storia, un dramma che sembra nascere dalla forza violenta di Marzo che investe ogni cosa con la sua acre ambiguità.
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