ariaTeatro: Nel paese dei ciechi

Evento segnalato da Teatro di Meano
- (Foto dal sito ufficiale)
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Data: Sab. 28 gennaio 2017
Dove: Teatro di Meano, Via delle Sugarine 22, Meano (Tn)
Orario: ore 20.45

Adattamento e regia Chiara Benedetti / con Giuseppe Amato, Chiara Benedetti e Denis Fontanari / scene e luci Federica Rigon / organizzazione Cristina Pagliaro / ringraziamento Claudia Monti e Martina Segatta / produzione ariaTeatro.

Lo spettacolo tratto dal celebre racconto di H.G. Wells, Nel paese dei ciechi, torna in Trentino con due date, al Teatro comunale di Tesero il 25 gennaio alle 21 e al Teatro di Meano sabato 28 gennaio alle 20.45.

Prodotto dalla compagnia teatrale di Pergine, ariaTeatro, a poco più di un anno di distanza dal debutto, lo spettacolo basato sul celebre racconto di H.G. Wells, Nel paese dei ciechi, torna in Trentino a Tesero e a Meano per la regia di Chiara Benedetti, con Giuseppe Amato e Denis Fontanari.
Come le altre produzioni della compagnia, anche Nel paese dei ciechi propone una storia dalla narrazione incalzante, una storia che offre numerosi spunti di riflessione sul mondo contemporaneo e si presta a stimolanti sfaccettature interpretative. Nel paese dei ciechi, basato sul celebre racconto di H.G. Wells, racconta infatti di un viaggio fantastico (e senza tempo), iniziato per caso, che porta un giovane esploratore in una valle incantata. La scoperta che gli abitanti di un luogo talmente prospero sono ciechi da generazioni catapulta però il protagonista in un intenso percorso psicologico nel quale dovrà confrontarsi con i propri valori e le proprie convinzioni. Tra gli elementi focali esaltati dalla regia di Chiara Benedetti, classe 1986, già attrice della compagnia – sono il  tema dello scontro tra civiltà, ma anche la poesia visiva (realizzata grazie alle scenografie curate da Federica Rigon) del testo di H.G. Wells.

Intervista con la regista dello spettacolo Nel paese dei ciechi Chiara Benedetti e l'attore e direttore artistico della compagnia ariaTeatro, Denis Fontanari.
D:
Chiara, di cosa tratta lo spettacolo?
Chiara: Il testo è tratto da un racconto di H.G. Wells che è stato scritto nei primi anni del '900 e racconta la storia di un esploratore che casualmente arriva nel paese dei ciechi, un paese leggendario, in cui gli uomini hanno perso completamente la vista e anche il ricordo della possibilità di vedere. Quindi è un'avventura fantastica che vive il protagonista, e che poi si sviluppa in un percorso psicologico e filosofico per il protagonista stesso, il quale dovrà adattarsi a una civiltà che non segue le stesse regole della civiltà da cui lui proviene; in un primo momento lui si sente superiore a questa nuova civiltà che ritiene arretrata e poi invece dovrà trovare un modo per conviverci.
D: Come mai è stato scelto proprio questo testo? Quali sono gli aspetti che hai voluto enfatizzare?
Chiara: Diciamo che la cosa che ho trovato molto interessante è questo avvicinamento di due punti di vista opposti che non riusciranno mai ad incontrarsi, ma che in qualche modo possono trovare dei comuni punti di riflessione, dialettici. Inoltre il testo, il racconto narrativo, è scritto in modo molto poetico, ha delle immagini bellissime: Wells si sofferma in particolare su tutte le percezioni visive, ovviamente, sulle gradazioni della luce, su tutto quello che sono i particolari paesaggistici che il protagonista nota in questo mondo in cui arriva così casualmente. E ovviamente trasportare in teatro tutto questo è una sfida molto stimolante.
D: Denis, come si colloca questo spettacolo nel resto della produzione della compagnia? Cosa definisce le vostre produzioni?
Denis: Il nostro repertorio comprende pezzi di drammaturgia contemporanea, testi nostri originali, e talvolta di drammaturgia classica. Però è la messa in scena quella che porta il nostro filo conduttore; il lavoro sull'attore, sulla contemporaneità della proposta, il non fermarsi a un teatro vecchia maniera, senza essere per sperimentali a tutti i costi e rincorrere quelle estetiche che vanno al di là della fruibilità del pubblico. Ci piace fare ricerca, però ci piace anche raccontare qualcosa, che sia di impegno civile oppure una storia – come in questo caso – che è semplicemente ben raccontata e ha delle interessantissime sfaccettature da un punto di vista del messaggio.
D: Questo spettacolo è stato finanziato in parte con una campagna di crowdfunding. Perché?
Denis: Io credo che sia fondamentale per un'operazione culturale non poggiarsi troppo sui finanziamenti pubblici. Non possiamo dire che se gli enti pubblici ci riempissero di soldi noi non li prenderemmo; però in questo momento i soldi dagli enti pubblici effettivamente sono scarsi, soprattutto per realtà nuove come la nostra. Quindi la sfida – in questo momento storico – è far diventare questa necessità una virtù: [...] i nostri maggiori finanziatori sono le persone che vengono a vedere lo spettacolo e che col loro gradire o meno lo spettacolo  faranno sì che altre persone vengano a vederlo. Quello del crowdfunding è un nostro interesse che finora non abbiamo granché percorso, ma che pensiamo possa essere una degna continuazione di questo lavoro che stiamo facendo sul pubblico.

Informazioni e dettagli:
http://www.teatrodimeano.it


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