Tindaro Granata: Geppetto e Geppetto

Evento segnalato da Pergine Festival
- (Foto dal sito ufficiale)
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Data: Sab. 08 luglio 2017
Dove: Rimessa delle carrozze, Pergine Valsugana (Tn)
Orario: ore 20.00 e 22.30 (doppia replica)
Note: Intero: 12€ / Ridotto: 9€

Premio Ubu 2016 – Novità/nuovo progetto drammaturgico a Tindaro Granata / Premio Nazionale della Critica 2016 come “Miglior attore emergente” ad Angelo Di Genio
Premio Nazionale Franco Enriquez 2017 Città di Sirolo “Teatro Contemporaneo, sezione Autori, Registi, Attori” / Premio Hystrio-Twister 2017.

Scritto e diretto da Tindaro Granata.
Con Alessia Bellotto, Angelo Di Genio, Tindaro Granata, Carlo Guasconi, Paolo Li Volsi, Lucia Rea, Roberta Rosignoli / allestimento Margherita Baldoni / luci e suoni Cristiano Cramerotti / movimenti di scena Micaela Sapienza / organizzazione e distribuzione Paola A. Binetti / coproduzione Teatro Stabile di Genova, Festival delle Colline Torinesi, Proxima Res.


Tony e Luca da anni formano una famiglia, quando arriva anche per loro il desiderio di essere padri. Come il Geppetto della favola di Collodi, decidono di “dar vita” al proprio figlio. Non con lima e pialla, naturalmente, ma con la pratica di procreazione GPA (Gestazione per Altri). E così volano in Canada e ritornano con il piccolo Matteo. Gioia e spensieratezza caratterizzano i primi tempi, ma con il trascorrere degli anni e soprattutto con la morte di Tony, Matteo comincerà a interrogarsi sulla sua condizione e a chiedere a Luca le ragioni per le quali è nato in una famiglia “diversa”, è stato “creato” a tutti i costi. Da quel momento in poi sarà un alternarsi di scontri e solitudini, di accuse e incomprensioni, di desideri in perenne conflitto.

«Una storia inventata, partorita, dalla mia fantasia e dalle paure della gente che ho incontrato per strada, parlando di figli nati da coppie omogenitoriali. Questa è la storia di un papà che vuole fare il papà e di un figlio che vuole fare il figlio: tra i due, all’apparenza, manca solo una mamma. È la storia di uno scontro tra due uomini, uno giovane e uno adulto, che cercano entrambi il riconoscimento di una paternità, che non può avere la stessa funzione che ha in una famiglia eterosessuale. È il desiderio di un “Geppetto” di farsi amare da un figlio che non è sangue del suo sangue, ma generato dal seme del proprio compagno. È il desiderio di un ragazzo di ritrovare una figura paterna, vissuta nell’assenza di una figura materna, che lo possa accompagnare nel mondo degli adulti senza il peso della mancanza. “Se ci sarebbe più amore…” dicono i personaggi di questa storia. Ecco, “se ci sarebbe più amore…” è la storia di Geppetto e Geppetto». Tindaro Granata.

Il percorso teatrale di Tindaro Granata, classe1978, inizia nel 2002 con Massimo Ranieri, in occasione della messa in scena di Pulcinella diretto da Maurizio Scaparro, interpretando successivamente Bertoldo nell’Enrico IV pirandelliano per la regia di Roberto Guicciardini (2006). In seguito stabilisce un felice sodalizio con Carmelo Rifici, lavorando in diversi spettacoli, a partire da Il nemico (2007) e La testa del profeta (2009) per il festival di San Miniato, Il gatto con gli stivali (2009) e Giulio Cesare (2012) per il Piccolo Teatro di Milano, Fedra di Euripide (2010) per il festival del Dramma Antico e La rosa bianca (2012) e Sanguinare inchiostro (2014) per lo Stabile di Bolzano. Per Proxima Res, associazione di cui è direttore artistico, viene diretto dallo stesso Rifici in Buio (2010) e in Chi resta (2013), e da Andrea Chiodi in Locandiera (2016). Debutta come drammaturgo, regista e attore con Antropolaroid, spettacolo sulla storia della sua famiglia (“Premio della Critica” 2011), un felice esordio cui segue la messa in scena di Invidiatemi come io ho invidiato voi (Premio Fersen 2013 alla Regia e Premio Franco Enriquez 2014 alla Drammaturgia ). Nel 2013 vince il primo Premio Mariangela Melato come attore emergente. Nel 2014 e nel 2016 è diretto da Serena Sinigaglia nella messa in scena de Il libro del buio (2014), spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Tahar Ben Jelloun, e 32’’16 (2016) di Michele Santeramo.

Informazioni:
http://www.perginefestival.it


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