Il cielo non è un fondale (Ciclo “Altre tendenze”)

Evento segnalato da
- (Foto dal sito ufficiale)
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Data: Sab. 17 febbraio 2018
Dove: Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, Trento
Orario: ore 20.30

Di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini / con Francesco Alberici, Daria Deflorian, Monica Demuru, Antonio Tagliarini / produzione Sardegna Teatro - Teatro Metastasio Prato - Emilia Romagna Teatro.

Daria Deflorian e Antonio Tagliarini (lei è trentina di Tesero, lui milanese) sono gli autori, i registi e gli interpreti di uno spettacolo che parte da un sogno, a sua volta generato da una canzone. «È lì, tra il buio e il corpo della musica – scrivono i due autori de “Il cielo non è un fondale” – che inizia il vero, paradossale lavoro del teatro: sognare gli altri assieme a loro, in uno spazio scenico vuoto che si ingrandisce e si restringe, come l’architettura, a un tempo contratta e smisurata, della nostra mente.»
In questo luogo sospeso, Antonio racconta di aver sognato Daria nei panni di una barbona e, pur avendola riconosciuta, di essere passato oltre; quel gesto innesca una ritmica di incontri e di misconoscimenti, di cadute e di incidenti, di parole e di canzoni, scandita da due sentimenti contraddittori: la paura di essere noi stessi l’altro, l’escluso, “l’uomo che mentre tutti sono al riparo resta da solo sotto la pioggia”, e il desiderio di metterci, per una volta, al suo posto. Ma come conciliare la compassione e un’obesità dell’io che non resiste alla tentazione di sostituire a ogni storia la propria?
Quattro persone (oltre a Daria Deflorian e Antonio Tagliarini sono in scena anche Francesco Alberici e Monica Demuru) slittano continuamente fino alla soglia di figure intraviste che non potranno mai essere, dando vita a un atto drammatico “senza trama e senza finale” - come suggeriva Cechov a un giovane autore - che si avventura alla ricerca di chi sono gli altri in noi e di chi siamo noi negli altri.
In una metropoli di tutti e di nessuno, che si porta appresso bagliori di Roma, di Milano, di Londra, appaiono e scompaiono le figure di Alom, il venditore di rose che un tempo era un generale nell’esercito del Bangladesh; del cuoco pakistano Mohamed; della vera barbona incrociata nel giardino del sogno e che assomiglia a Daria.
E poco importa se siano ricordi di autentici incontri o fantasmi rimasti impigliati a una fotografia ingiallita scattata nel 1902 ai proletari dell’East End londinese addormentati in un parco. A dar loro una forma è il corpo delle canzoni presenti nello spettacolo, di una soprattutto - La domenica di Giovanni Truppi - che, sciolta nei dialoghi, diventa il simbolo dell’impossibilità di trasformare la vita quotidiana in una mera idealità. Anche perché come dice la canzone “va a finire sempre che la domenica la gente litiga”.
Con «IL CIELO NON È UN FONDALE», arriva finalmente sul palcoscenico del “Sociale” quella che Sarah Curati sulla rivista online di informazione culturale  PaperStreet definisce la migliore attrice della scena italiana: Daria Deflorian. Nata a Tesero, dopo essersi appassionata al teatro assistendo negli anni delle scuole superiori agli spettacoli programmati a Cavalese dal Coordinamento Teatrale Trentino, si è laureata il DAMS di Bologna. Ha approfondito il metodo Strasberg e ha lavorato con registi quali Marco Baliani, Pippo Delbono e Mario Martone, ma anche con Martha Clarke, Eimuntas Nekrosius e Stéphane Braunschweig, attuale direttore dell'Odeon di Parigi. Dal 2008 condivide le creazioni con Antonio Tagliarini.
Il primo lavoro nato da questa collaborazione è Rewind, omaggio a Cafè Müller di Pina Bausch. Nel 2009 hanno portato in scena uno spettacolo liberamente ispirato alla filosofia di Andy Warhol e successivamente hanno lavorato ad un progetto che, a partire dai diari di una casalinga di Cracovia, ha dato vita a Reality, lavoro per il quale Daria Deflorian ha vinto il Premio Ubu 2012 come miglior attrice protagonista. Nello stesso anno i due artisti hanno iniziato a lavorare su Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni che ha vinto il Premio Ubu 2014 come novità italiana e che è stato presentato in una tournée internazionale che li ha condotti in Francia, Svizzera, Germania e Canada. Nel 2016 è arrivato Il cielo non è un fondale che ha debuttato a Losanna, per poi essere poi presentato a Roma al festival RomaEuropa e a Parigi nella stagione dell’Odeon per il Festival dell’Automne. Nel 2017 hanno iniziato a lavorare sul loro prossimo progetto, liberamente ispirato al film di Michelangelo Antonioni Deserto Rosso, previsto in scena per il prossimo autunno.
«IL CIELO NON È UN FONDALE» è una produzione di Sardegna Teatro, Teatro Metastasio di Prato ed Emilia Romagna Teatro Fondazione, in coproduzione con alcuni fra i maggiori Festival teatrali europei. L’allestimento scenico è stato curato da Gianni Staropoli, che per questo suo lavoro ha ottenuto il Premio UBU 2017. Ha collaborato per il disegno delle luci Giulia Pastore e Metella Raboni si è occupata dei costumi. E’ inserito nello spettacolo un testo su Jack London scritto da Attilio Scarpellini.
Nella recensione dello spettacolo apparsa su La Repubblica, Anna Bandettini afferma che la Deflorian e Tagliarini «con il calore umano del loro teatro, la semplicità narrativa, la non recitazione (che in realtà è un codice teatrale) hanno mostrato un teatro diverso e per questo molto amato.» Concorda nel giudizio Miriam Larocca sostenendo su Recensito che «Questo tipo di teatro è fatto con poco perché può contenere tutto, non si serve di effetti sorprendenti che affascinano perché la forza sta nell’uso abile della parola, nella capacità di ascolto e osservazione che si crea sul palco e che da esso si proietta. La forza è soprattutto nella padronanza dei movimenti, delle pause, delle espressioni. Si tratta di un gioco teatrale in grado di far ridere e riflettere, che accompagna e accarezza.» Per Rodolfo di Giammarco (La Repubblica) «Daria Deflorian ha una leggerezza da sciamana contemporanea» mentre, a giudizio di Renato Palazzi (Il sole 24ore), colpisce «la consumata abilità compositiva, ormai prossima al virtuosismo, con cui viene sviluppata una scrittura “senza trama e senza finale”, dall’andamento quasi checoviano.»
Sabato 17 febbraio il sipario del Teatro “Sociale” si alzerà su «IL CIELO NON È UN FONDALE» alle ore 20.30. (F. L.)


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