Con il Coro Castel Pergine – direttore Giorgio Dalmaso e con le attrici Grazia Bridi, Claudia Cristoforetti, Barbara Deanesi, Elena Egidi, Lorena Guerzoni, Daria Ricci, Simona Roca, Clara Stringher, Sara Todeschini, Beatrice Uez / costumi Anna Leoni / scene Andrea Coppi / luci Stefano Mazzanti / drammaturgia e regia Massimo Lazzeri.
L’uomo nasce nomade, la sua vocazione è quella di migrare, di viaggiare, spinto dalla fame, dalla necessità di trovare condizioni climatiche favorevoli, di fuggire da pericoli, di scoprire posti nuovi e da mille altri motivi.
A pensarci bene, l’anomalia dell’essere umano è quella di vivere stanziale, a volte quasi imprigionato in città che offrono molto, a volte tutto, ma che costituiscono comunque un limite, un vincolo, che impedisce spesso di guardare fuori, di andare oltre.
In ogni caso c’è sempre stato e ancora c’è chi sente l’esigenza, il desiderio, la smania di lasciare la propria terra, o chi è costretto a farlo. Che sia l’amore o la guerra, lo studio, il lavoro o la curiosità ci sarà sempre un motivo che spingerà la gente a mettersi in viaggio verso altri luoghi.
“Moglie e buoi” è uno spettacolo-concerto che, fondendo storia, teatro, musica, elaborazione e rielaborazione di idee, documenti, brani musicali, racconta proprio questo: storie di uomini e donne che, per i motivi più diversi, si sono messi in viaggio dalla loro terra di origine verso altre mete.
Un coro e dieci attrici: in qualche misura tutti cantano e tutti recitano e, attraverso un’alternanza tra recitazione e canto, si crea un vero e proprio spettacolo, dove questi due elementi si fondono per dare vita ad un percorso unico.
Sono soprattutto storie di trentini e trentine, che hanno deciso di emigrare negli Stati Uniti, in Argentina, in Belgio e in altri luoghi, per cercare fortuna o spinti da motivi affettivi.
Sono coinvolti però anche quei popoli per i quali l’emigrazione è un elemento caratterizzante, come gli ebrei e gli zingari.
Un insieme di personaggi, ambienti e situazioni che coprono un lasso di tempo di circa due secoli.
L’emigrazione è stata più volte utilizzata come argomento per concerti e spettacoli. Questa consapevolezza ci ha spronati a trovare una forma di allestimento che, pur essendo rispettosa del tema, propone degli elementi di ironia e di leggerezza e tiene le distanze da stereotipi e banalità.
Informazioni:
www.teatrosanmarco.it/trapassato-futuro-stagione-serale/