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L'Italia in guerra: lezioni di storia

- (Foto da locandina)
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Data: da Dom. 04 ottobre a Dom. 29 novembre 2015
Dove: Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, Trento / Teatro Zandonai, Corso Bettini, Rovereto (Tn)
Orario: ore 11.00 (solo la domenica)
Note: L'ingresso è libero e gratuito fino all'esaurimento dei posti. I biglietti potranno essere ritirati presso i teatri a partire dalle ore 10.00 / Informazioni: www.laterza.it, www.trentinograndeguerra.it, www.cultura.trentino.it

Era il 28 giugno 1914 il giorno dell’assassinio di Sarajevo. Pochi giorni dopo Trento e Trieste sono già in guerra. L’intervento dell’Italia arriva quasi un anno dopo.
Al di là degli eventi militari, la vita non fu più la stessa all’interno del Paese, un Paese che dovette riorganizzarsi economicamente, politicamente e socialmente. Tutta la popolazione fu chiamata a sostenere lo sforzo di un lungo e faticoso conflitto in corso. Si venne a creare un “fronte interno” che impegnava tutti – a qualsiasi categoria sociale appartenessero – a sentirsi vicini alla Patria e al sacrificio del Paese in guerra. Le abitudini, il lavoro, i rapporti tra gli individui, la cultura cambiarono in maniera radicale rispetto al periodo pre-bellico.
Lo stravolgimento delle abitudini sociali e culturali italiane fece sì che nuovi protagonisti – con nuovi ruoli - si affacciassero nella vita di tutti i giorni. Fu così che fecero la loro comparsa le donne, impegnate nel lavoro in fabbrica al posto di mariti e figli, mentre anche i più giovani, a volte poco più che ragazzi, vennero inviati nelle retrovie e nei campi di battaglia a ingrossare le file dell’esercito.
Alla fine del conflitto, la società italiana aveva subito grandi trasformazioni che proiettarono il Paese verso processi politici, economici e sociali completamente nuovi: l’avvento della produzione industriale e dei movimenti di massa, l’affermazione delle ideologie, l’esperienza della dittatura e del totalitarismo.
Sulla scia dello straordinario successo riscontrato ormai da anni in molte città italiane dalle “Lezioni di storia”, anche a Trento alcuni dei più importanti storici rifletteranno sull’entità delle trasformazioni che la Grande Guerra introdusse nel nostro Paese e nella nostra società.

Programma:

4 ottobre - Trento
Comunicazione
PROPAGANDA PER LA MOBILITAZIONE
Simona Colarizi

Il pifferaio magico invita alla guerra. La maggioranza silenziosa dei neutralisti resta incapace di farsi valere davanti al baccano degli interventisti. Come mai prima nella storia, la propaganda mostra la sua forza nel persuadere ma anche nel confondere e nel rimestare in sentimenti e credo diversissimi. Arriveranno i campi di battaglia e lì si incrineranno certezze e ideali di libertà e di democrazia, lì germoglieranno i semi del totalitarismo.
Introduce Luigi Sardi / Simona Colarizi insegna Storia contemporanea alla Sapienza Università di Roma.

11 ottobre - Trento
Prospettive
CAPORETTO PER CHI PERDE, CAPORETTO PER CHI VINCE
Alessandro Barbero

A Caporetto vincono i tedeschi e non gli austriaci, in una battaglia per loro del tutto secondaria e su un fronte privo di qualunque importanza strategica. Analizzare come e perché l'offensiva venne decisa, progettata e realizzata consente di gettare uno sguardo in profondità sui fallimenti dell'esercito italiano; consente altresì di considerare l'organizzazione di un'istituzione, l'esercito tedesco, che sarà di lì a poco nuovamente tragica protagonista della nostra storia.          
Introduce Patrizia Marchesoni / Alessandro Barbero insegna Storia medievale presso l’Università del Piemonte Orientale, sede di Vercelli.

18 ottobre - Trento
Epoche
CAPOLINEA DEI MITI
Mario Isnenghi

'Internazionalismo', 'classe', 'nazione'... E poi ancora 'irredentismo,' 'Risorgimento', 'patria'... I miti -forse mai come in questo periodo- giungono al capolinea per poi subitaneamente ripartire in direzione opposta. Un’apocalisse in cui l'intransigenza si oppone ad improvvisi cedimenti, il clericalismo più rigido lascia spazio alla più intransigente laicità. Una congerie di sentimenti e di ragioni che disegna una nuova geografia del pensiero.
Introduce Quinto Antonelli / Mario Isnenghi  è professore emerito di Storia contemporanea dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha insegnato anche alle Università di Padova e Torino.

25 ottobre - Trento
Economia
IL PREZZO DELLA GUERRA
Gianni Toniolo                                                                                                                                
La guerra mise fine alla prima globalizzazione: fu davvero una belle époque? Nessuno aveva previsto una guerra tanto lunga e costosa. Quanto costosa? In che modo fu finanziata e con quali effetti nel Dopoguerra? Chi pagò davvero per la guerra? La guerra economica non ebbe vincitori ma solo vinti, perché? Domande alle quali è utile cercare una risposta per capire perché fu necessario attendere il 1951 per avere una vera pace in Europa.
Introduce Alessandro de Bertolini / Gianni Toniolo insegna Storia economica alla LUISS Università di Roma ed è professore emerito alla Duke University.

1 novembre - Trento
Montagne
LA GUERRA BIANCA
Enrico Camanni

Trincee, gallerie, camminamenti e vie ferrate. La Grande Guerra pone fine alla tradizionale battaglia in campo aperto che per millenni aveva caratterizzato la strategia militare. In un simile contesto la montagna diventa protagonista assoluta: nel suo ventre è disegnata la frontiera, nel suo ventre bisogna innanzitutto pensare a sopravvivere; su pareti a picco e con inverni a trenta gradi sotto zero, l’alba del nuovo giorno è già una vittoria.
Introduce Claudio Ambrosi / Enrico Camanni, alpinista e giornalista torinese, ha fondato il mensile “Alp” e la rivista internazionale “L’Alpe”.

8 novembre - Rovereto
Frammentazioni
FINIS AUSTRIAE
Giulia Caccamo

La guerra è finita. L’Impero ha perso un milione di uomini, Vienna è divenuta la capitale di un territorio dieci volte più piccolo e una monarchia quasi millenaria ha cessato per sempre di esistere. Le clausole imposte dai vincitori, tuttavia, lungi dallo stabilire una pace equa e duratura, contribuiranno ad alimentare un’instabilità politica ed economica destinata a travolgere rovinosamente l'Europa nel breve arco di due decenni.
Introduce Marco Bellabarba / Giulia Caccamo insegna Storia moderna e contemporanea all’Università di Trieste.

15 novembre - Rovereto (Attenzione, l'appuntamento è stato postiscipato a lunedì 16 novembre, ore 18.00)
Confini
ITALIANI DALLA PARTE DEL NEMICO
Gustavo Corni

Infidi o lealisti? Austriacanti o patrioti? Quale è stato il destino delle centinaia di migliaia di cittadini dell’impero asburgico che erano e si consideravano italiani per lingua e per cultura? Strattonati da un lato dalla propaganda irredentistica e dall’altro influenzati dalla tradizionale cultura dell’obbedienza alle regole, nell’estate del 1914 hanno risposto in larga parte al richiamo della mobilitazione. Inghiottiti dal vortice delle prime sconfitte dell’esercito austro-ungarico, la loro identità nazionale sarà poi messa a dura prova.
Introduce Camillo Zadra / Gustavo Corni insegna Storia contemporanea all’Università di Trento.  

22 novembre - Rovereto
Dopo
VITTORIA SENZA PACE
Raoul Pupo

4 novembre 1918: l'Italia è in tripudio. Rispetto al 1915 il contesto internazionale è però cambiato: gli interessi italiani si scontrano con quelli di alleati mai amici e il peso reale del nostro Paese non è assolutamente pari alle iniziali ambizioni. Prenderne atto è doloroso per la pubblica opinione e devastante per le istituzioni. La pace, alla fine, arriverà ed anche a buone condizioni; ma oramai lo stato liberale è entrato in agonia...
Introduce Fabrizio Rasera / Raoul Pupo insegna Storia contemporanea all’Università di Trieste.

29 novembre - Rovereto
Rappresentazioni
LA GRANDE GUERRA DEGLI ARTISTI
Emilio Gentile

Agli inizi del Novecento gli artisti dell’avanguardia europea detestavano la lunga pace del continente: trent’anni senza una grande guerra o una grande rivoluzione. Nella loro arte auspicavano, profetizzavano, invocavano un evento rigeneratore per l’avvento di un uomo nuovo. Fra visioni di catastrofi e profezie di rinascita, anticiparono l’apocalisse della modernità. E quando la Grande Guerra esplose davvero, vi si gettarono con entusiasmo. La loro arte scoprì l’orrore della carneficina di massa.
Introduce Marcello Bonazza / Emilio Gentile ha insegnato Storia contemporanea all’Università di Roma La Sapienza.


Evento segnalato da Fondazione Museo storico del Trentino

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