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Concerto per natura morta / Roberto Pugliese

Evento segnalato da MUSE - Museo delle Scienze
- (Foto dal sito ufficiale)
- (Foto dal sito ufficiale)
Data: da Gio. 29 maggio a Dom. 14 settembre 2014
Dove: MUSE, Corso del lavoro e della scienza, Trento
Orario: Da martedì a venerdì: 10.00 - 18.00 / Sabato e festivi: 10.00 - 19.00 / Lunedì: chiuso
Note: tariffa compresa nel biglietto d'ingresso al museo

A cura di Valerio Dehò e Olimpia Eberspacher. Realizzata da Studio la Città, Verona

Al MUSE, a partire dal 28 maggio, la mostra “Concerto per natura morta” dell’artista Roberto Pugliese (Napoli, 1982) permette di ascoltare i suoni della natura, del bosco e dell’ambiente attraverso la mediazione dell’arte.
La molteplicità delle forme naturali è, da sempre, fonte di ispirazione per artisti, poeti e musicisti che raccontano e interpretano l’ambiente attraverso l’immaginazione e la creatività e in quest’esposizione 13 tronchi di albero risuoneranno dell’interazione tra naturale e artificiale.
Prima mostra di arte contemporanea a trovare spazio al MUSE Museo delle Scienze di Trento, “Concerto per natura morta” si colloca nel percorso tracciato dal MUSE quale ente che si apre alla contaminazione tra diverse forme del sapere. Arte visiva, musica, teatro, scienza nel MUSE si plasmano e si fondono l’un l’altra per coinvolgere i visitatori e trasmettere loro, assieme alle conoscenze specifiche, anche l’amore per la natura e l’ambiente, sempre protagonisti delle iniziative.
Infine, la mostra costituisce la trasfigurazione in chiave poetica dell’esposizione “WOOD. Legno, edilizia, tecnologia”, che inaugurerà il 16 maggio. Il legno, dunque, nell’estate 2014 sarà il vero protagonista degli allestimenti del museo, sia nella dimensione pratica del costruire e fare impresa sia in quella  poetica della rappresentazione artistica.

Il progetto “Concerto per natura morta”, realizzato da Studio la Città e curato da Valerio Dehò e Olimpia Eberspacher, prevede l’installazione di 13 tronchi cavi di castagno, giunti alla fine del loro ciclo vitale e sospesi a diverse altezze, in posizione orizzontale.
All’interno di ciascun tronco sono posizionati degli speakers che consentono la propagazione del suono nello spazio circostante, quest’ultimo modulato dalla forma del tronco stesso.
I suoni riprodotti dall’installazione provengono dai luoghi in cui i tronchi sono stati prelevati e sono stati captati sia tramite registratori, sia con l'aiuto di accellerometri, microfoni a contatto ed altri dispositivi atti alla registrazione di attività soniche fuori dalla portata dell'orecchio umano. Queste sonorità sono state successivamente elaborate in digitale mediante software realizzati ad hoc ed in seguito assemblate compositivamente.
Con questo progetto, Roberto Pugliese approfondisce la ricerca sulla relazione suono/spazio sviluppando flussi di energia che coinvolgono lo spettatore in un’esperienza percettiva complessa e plurisensoriale.

Le piante adoperate erano già morte per cause inerenti lo sviluppo del bosco che popolavano. L’artista ha creato così dei diffusori naturali in grado di trasmettere suoni elaborati, a partire proprio da rumori e frequenze generate meccanicamente dall’operazione di preparazione dei tronchi stessi. Si può dire che il “Concerto per natura morta” rivitalizzi gli alberi e che la musica diventi la loro nuova linfa. Valerio Dehò, 2014

Roberto Pugliese
è nato a Napoli nel 1982. Vive attualmente a Bologna. Tra le mostre personali più recenti si possono citare Concerto per Natura Morta, realizzata presso Studio la Città di Verona; Emergenze Acustiche, alla Tenuta dello Scompiglio di Capannori - Lucca; Echi Liquidi, al TRA - Treviso Ricerca Arte di Treviso; Gervasuti Mix, omaggio a Cage alla Fondazione Gervasuti di Venezia e Aritmetiche Architetture Sonore presso Studio la Città a Verona. Tra le principali mostre collettive ricordiamo invece Los Maquinistas presso il Centro Arte Complutense di Madrid, Noise (evento collaterale alla 55° Biennale di Venezia) a Venezia; Digital Life 2013 presso il Macro Testaccio a Roma, Ghostbusters al Charlottenburg Museum di Copenaghen e Sount Art. Sound as a Medium of Art presso lo ZKM - Center for Art and Media di Karlsruhe.

Concerto per natura morta
Valerio Dehò
Tutto il lavoro di Roberto Pugliese converge verso il naturale, tende a collegare il mondo digitale alla natura, l’elettronica all’organico. Le installazioni sonore hanno assunto la forma di alberi. I cavi diventano rami, tronchi che si ergono in un movimento ascensionale in parallelo al suono. La matematica visiva si trasforma in qualcosa d’altro pur senza smentirsi o “snaturarsi”.  Gli algoritmi supportano comunque le opere, ne sono l’anima e la linfa, i riferimenti visivi alla realtà fanno diventare questi lavori quasi delle forme viventi. Il suono le sostiene come se il nutrimento della forma dovesse attingere al mondo digitale per produrre e diffondersi.
Pugliese rispetto ad altri artisti che lavorano in questa frontiera sempre più abitata, sa mettere insieme l’elemento nudo, spoglio, fisico dell’hardware con qualcosa che richiama il mondo, che lo rappresenta e lo traduce. Non cerca di camuffare gli elementi tecnologici, di travestirli da qualcos’altro. Sa perfettamente che la tecnologia per esistere ha bisogno di un’interfaccia chiara con lo spettatore, che questa sua presenza o apparenza fa parte della sua forza. In fondo questa è anche la differenza tra il mondo dell’industria e quello dell’arte. Nel secondo non ci si può nascondere dietro l’estetica della confezione, il negare o il nascondere la verità non può appartenere alla rivelazione dell’arte. Pugliese mette a nudo la tecnologia, non la inscatola in levigatezze e packaging, perciò non rifiuta la sua forza visionaria di essere immagine di se stessa.
L’intuizione/intenzione  dell’artista è quella di collegare i luoghi alle opere, ogni suo intervento è preceduto da uno studio di fattibilità, da una ricognizione delle componenti volumetriche e delle condizioni materiali dei luoghi, suoni e rumori compresi. In questo modo esalta le caratteristiche di documentare e conservare il legame con la realtà, ma lo fa esaltando l’aspetto visivo della tecnologia.
La grande installazione che dà il titolo alla mostra è costituita da 13 grandi tronchi di alberi di castagno che sono stati svuotati con una macchina costruita per questo scopo. Non sono stati abbattuti alberi in nome dell’arte, perché quelli adoperati erano già morti e andavano rimossi dai boschi tra Piemonte e Liguria dove erano collocati . L’artista ha utilizzato quindi come diffusori naturali i suoni elaborati a partire proprio dai rumori e dalle frequenze  generati meccanicamente dalle operazioni di preparazione dei tronchi stessi. A questo ha unito i suoni del bosco registrati in più riprese. Il “Concerto per natura morta” restituisce vita agli alberi attraverso il suono, la musica diventa la loro rinnovata sostanza vitale.
Nell’altro nuovissimo lavoro “Risonanti pressioni  materiche” sono dei coni di ceramica bianchi a diffondere il suono. Il risultato è visivamente una scultura da parete, affascinante e misteriosa. I suoni processati a partire da quelli prodotti per la realizzazione  vengono emessi da una serie di piccole “trombe” poste una accanto all’altra con un effetto estetico particolarmente felice e decisamente nuovo.  Anche in questo caso l’elettronica viene posta a confronto con un materiale naturale come la ceramica, l’acustica che ne segue nasce da questo rapporto.
Lo stesso avviene nell’opera  “Fluide propagazioni alchemiche” in cui gli speaker sono immersi nei diversi liquidi contenuti in una serie di damigiane in vetro di differenti dimensioni. L’installazione posta a terra genera così suoni diversi non solo per le qualità compositive, ma anche per la diversa resistenza e propagazione delle onde sonore attraverso le differenti densità. La composizione sonora elaborata da Roberto Pugliese si sviluppa in una forma più autonoma rispetto ai materiali e alle tecniche di produzione, ma possiede sempre l’alchimia di un suono che si sviluppa e propaga in modo naturale, quasi per partenogenesi. Il suono diventa così realmente e totalmente organico e la percezione visiva si accresce di un'estetica della complessità estremamente coinvolgente.
Probabilmente questi ultimi lavori sono un nuovo punto di arrivo del percorso dell’artista, sempre teso alla ricerca di esperienze di ricerca tra arte, suono e natura. La sua è un’arte totale che non rinuncia al confronto con la natura, anzi la incarna, ne diventa una parte importante.  Annulla le differenze in nome di un’arte che è opera complessa e che tutto riflette come se fosse un panopticum sonoro: tutto il mondo trova un luogo in cui suoni ed elementi visuali prendono vita.

Vedi anche Conversazione tra Roberto Pugliese e Olimpia Eberspacher.


Evento segnalato da MUSE - Museo delle Scienze

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