Da custode di tradizioni comuni e millenarie è diventato estrema frontiera mobile; da luogo di incontri e contraddizioni, una barriera tra mondi non comunicanti. Il Mediterraneo è da sempre uno spazio migratorio, le sue rotte sono irriducibili alla sovranità e alla storia di popoli, fondono culture, lingue, religioni differenti. All’alba del terzo millennio si è trasformato però in una gigantesca fossa comune, che inghiotte migliaia di vite in transito, e ne restituisce soltanto una minima parte in forma di cadaveri distesi su una spiaggia. Ciascuno porta con sé una storia personale, il sogno di un futuro, un grumo di illusioni, una flebile traccia di umanità.
Un’installazione itinerante composta da cinque manichini a grandezza naturale adagiati al suolo. A raffigurare cinque corpi privi di vita che portano addosso i segni di una lunga traversata in mare, del freddo e della fame, e nel volto i tratti della disperazione che ha cancellato ogni speranza. We are not real – un titolo, una condizione, un destino – vuole essere un “memoriale nomade”, il muto emblema di una tragedia contemporanea.
In collaborazione con Aarhus Festival.
Christian Lollike (1973), pluripremiato artista e scenografo danese, ha al suo attivo diverse installazioni in teatri e luoghi pubblici, così come piattaforme virtuali. Ha prodotto testi teatrali e progetti artistici crossover sempre ispirati alla comprensione degli eventi contemporanei e delle trasformazioni politiche e sociali in atto. Tra le sue ultime rappresentazioni ricordiamo Manifesto 2083, una piéce sulla vita e la psicologia di Anders Breivik. È direttore artistico del teatro Sort/Hvid di Copenhagen.
Informazioni:
http://www.perginefestival.it
