Una mostra fotografica di Luca Chistè per riflettere sul quartiere progettato da Renzo Piano: un insieme di architetture e di spazi urbani che meritano di essere guardati con attenzione dal punto di vista estetico, sociale e paesaggistico.
Il nuovo quartiere delle Albere, realizzato grazie alle imponenti opere di Renzo Piano, rappresenta un terreno fertile di indagine fotografica, sia sotto il profilo urbanistico, sia in una dimensione più propriamente sociologica se si considera il rapporto che, i nuovi spazi delle Albere, intrattengono con i cittadini e con i visitatori del Muse.
In tale potenziale e articolato scenario di indagine, si è deciso di operare una raccolta di immagini fotografiche che potessero costituire un momento di riflessione e aprire un dibattito sull’essenza di questo nuovo quartiere, lasciando spazio a interessanti contaminazioni con altre realtà culturali attente ai temi dello sviluppo urbano.
Il corpus della rassegna si basa su 36 immagini, scattate in diverse stagioni e con molteplici tecniche di ripresa.
«Questo lavoro di Luca Chistè – spiega il curatore della mostra, Alessandro Franceschini – pur partendo da un’urgenza estetica diventa un’occasione di ricerca sociale. Con i suoi scatti il fotografo ci aiuta a guardare con occhi nuovi questo pezzo di città, visto tante volte distrattamente, e coperto da una sovrascrittura di pregiudizi e di incomprensioni. Emancipata dai cliché, finalmente «sprovincializzata», la nostra percezione di quello spazio può infine godere di questo frammento di città in tutta la sua potenzialità. Quello che propone Chistè, con le sue immagini, può essere considerato un insistente processo di focalizzazione sul quartiere, un reiterato tentativo di capire e di decostruire uno spazio ancora da metabolizzare, un lucido sforzo di “appartenenza”. È come se l’autore, attraverso il medium della fotografia, volesse appartenere ed appartenersi a questo pezzo di città. E lo fa con grande generosità, invitando a questo processo di identificazione tutti noi. E dal canto nostro, come semplici fruitori, possiamo approfittare di queste nuove prospettive, possiamo seguire le indicazioni del fotografo e iniziare a guardare diversamente questo fiammante quartiere di Trento: un nuovo pezzo di città che è anche l’occasione di una emancipazione collettiva verso una dimensione di modernità, a cui tutti noi dobbiamo necessariamente tendere».
*Dal 24 novembre, presso lo Spazio espositivo «Pretto» (in piazzetta San Benedetto a Trento) sarà possibile vedere un abstract/preview di comunicazione dell’iniziativa, per collegare idealmente lo spazio di Piedicastello con il Centro storico del capoluogo.
Evento segnalato da Fondazione Museo storico del Trentino