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Officina segreta - Xilografie di Lea Botteri al Museo Diocesano Tridentino

Evento segnalato da Museo Diocesano Tridentino
Lea Botteri, Traghetto sull'Adige con la chiesa di Sant'Apollinare, 1945 (Particolare)
Lea Botteri, Traghetto sull'Adige con la chiesa di Sant'Apollinare, 1945 (Particolare)
Data: da Sab. 11 giugno a Lun. 29 agosto 2016
Dove: Museo Diocesano Tridentino, Piazza Duomo 18, Trento
Orario: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica ore 10.00-13.00 e 14.00-18.00 / Giorni di chiusura: martedì, 26 giugno e 15 agosto
Note: 3 € ingresso alla sola mostra Lea Botteri / 5 € biglietto combinato mostra e Museo Diocesano Tridentino / ingresso gratuito ogni prima domenica del mese

Sarà inaugurata venerdì 10 giugno alle ore 18.00 la mostra Officina segreta. Xilografie di Lea Botteri nelle collezioni del Museo Diocesano Tridentino, un'esposizione curata da Roberto Pancheri che il museo dedica alla riscoperta dell'artista trentina.
Tra il 1940 e il 1986 Lea Botteri fu una presenza discreta ma costante nell’orizzonte artistico trentino. Spirito appartato e contemplativo, coltivò con assiduità il proprio talento dedicandosi esclusivamente all’arte dell’incisione su legno. A trent’anni dalla scomparsa, il Museo Diocesano le rende omaggio con una mostra retrospettiva che attinge alla ricca collezione del museo di grafica del Novecento costituita da mons. Giovanni Battista Fedrizzi e alla raccolta privata custodita dalla sua erede, Milena Bruti Orsingher.
In mostra saranno esposti cinquanta esemplari delle oltre centocinquanta xilografie realizzate dall’artista, unitamente ad alcune matrici e a una selezione di ex libris, la maggior parte dei quali inediti. A fronte di questa cospicua produzione, la posizione di Lea Botteri rimase sostanzialmente estranea ai grandi mutamenti artistici avvenuti nel secondo dopoguerra. La sua attività creativa rimase così una sorta di “officina segreta”, condivisa con pochi colleghi e amici e con il pubblico molto selezionato delle mostre di grafica. Anche per queste ragioni il suo nome è oggi scomparso dal dibattito critico, secondo un destino di oblio che ha toccato anche le altre protagoniste femminili della xilografia italiana del Novecento.
L'esposizione intende riportare l’interesse sulla figura dell'artista trentina, valorizzando al contempo un importante fondo grafico del Novecento custodito dal Museo Diocesano e in gran parte riunito da mons. Giovanni Battista Fedrizzi, appassionato collezionista d'arte e direttore del Museo tra gli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso. Oggi tale raccolta annovera più di mille disegni, incisioni, numerosi ex libri e un buon numero di dipinti. Si tratta di opere per lo più riferibili ad artisti trentini e, in misura minore, a pittori e incisori dell'Italia Settentrionale. Pur essendo presente la tematica sacra, la maggior parte delle opere collezionate tratta soggetti profani: paesaggi, vedute, ritratti, scene di genere, temi allegorici. La mostra Officina segreta si inserisce in un percorso di valorizzazione delle collezioni di arte contemporanea che il museo ha portato avanti negli anni attraverso quattro importanti esposizioni, dedicate ad alcuni protagonisti dell'arte trentina del Novecento: Guido Polo (2003), Othmar Winkler (2006), Tullio Garbari (2007), Remo Wolf (2010). Un percorso che ora viene ripreso con questa e altre iniziative espositive ideate nell'ambito di un progetto intitolato Sguardi trentini sul '900

Percorso espositivo
Il percorso espositivo, suddiviso in quattro sezioni, si apre con una serie di vedute del Trentino, dalla rupe su cui svetta la chiesa di Santo Stefano a Carisolo al capitello di Mandel in Val di Fassa. Di particolare qualità sono le raffigurazioni di tre antiche chiese di Trento: Santa Maria Maggiore, San Lorenzo, Sant’Apollinare. Sono presenti anche due vedute di Chioggia e altri fogli che testimoniano l’amore dell’artista per i vicoli dei villaggi di mare, da Cervo Ligure ad Amalfi. Segue quindi una sezione dedicata al tema floreale, soggetto ricorrente nel percorso creativo dell’artista, che trova riscontro nella sua personale adesione all’incipiente movimento protezionista, documentata da due xilografie realizzate nel 1970 per Italia Nostra.
Una serie di xilografia di soggetto sacro documenta il profondo senso religioso che attraversa tutta la parabola creativa di Lea Botteri. L'artista si cimenta a più riprese con i temi dell’iconografia cristiana, dalla Natività alla fulgida apparizione di San Michele Arcangelo. Il suo capolavoro in questo ambito è il trittico che riunisce armoniosamente le figure di Chiara, Francesco e Caterina da Siena. L'ultima sezione presenta al pubblico la produzione meno nota dell’artista, quella realizzata su commissione o per omaggio amicale. Si tratta di ex libris, fogli in cui si esprimono al meglio le doti di sintesi della sua sgorbia. Di particolare impegno l’ex libris realizzato per mons. Giovanni Battista Fedrizzi, dove il direttore del Museo Diocesano appare trasfigurato in un monaco medievale chiuso nella propria cella e assorto nella scrittura.

Lea Botteri
Scarse sono le notizie sulla sua vita privata. Lea Ester Natalia era nata a Creto, nella parrocchia di Pieve di Bono, il 7 settembre del 1903, figlia del medico condotto del paese, Giovanni Battista Botteri di Strembo, e di Ersilia Salvadei. Durante la prima guerra mondiale fu internata con la famiglia a Katzenau. Rientrata a Trento frequentò l’Istituto Magistrale e si dedicò all’insegnamento elementare, dapprima in Val Rendena e poi in città. La sua prima xilografia risale al 1940, mentre nel 1945 espone per la prima volta in pubblico alcune xilografie alla mostra collettiva per le celebrazioni del IV centenario del Concilio di Trento. Seguono negli anni numerose mostre nazionali e internazionali di xilografia che videro esposte sue opere, da Reggio Emilia a Milano, da Parigi a Bogotà. Particolarmente assidua fu la sua presenza alle rassegne promosse dall’Associazione Incisori Veneti in tutta Italia e all’estero.
Un piccolo ma significativo capitolo della sua attività è quello dell’illustrazione libraria. Nel 1959 corredò di alcune xilografie una raccolta di poesie dialettali di Aldo Salvadei; nel 1970 fu la volta delle illustrazioni per il romanzo di Giovanna Borzaga Nella valle di Genova; nel 1981 alcuni suoi vecchi legni servirono per illustrare il volume Vecia zima di Giuseppe Caprara. Da ricordare pure la tavola Lo scricciolo inserita nel 1977 nel volume Gli uccelli del poeta Marco Pola, suo grande amico.


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