A cura di Alessandra Tiddia, Mart.
Accanto a tele di Giovanni Segantini come Autoritratto all’età di vent’anni (1879-1880), Ortensie (1880-1882), Testa di vacca (1892), L’ora mesta (1892), e Il campanaro (1879-1880), questo percorso tra le collezioni della Galleria Civica G. Segantini espone dipinti, sculture e opere su carta di artisti trentini e non, contemporanei di Segantini, come Andrea Malfatti, Eugenio Prati, Vittore Grubicy, che fu il mentore di Segantini e di Prati.
Come Segantini, Prati e Malfatti furono chiamati a rappresentare la cultura figurativa del Trentino alle grandi esposizioni nazionali di Milano, Torino, Firenze e Roma (1883), e poi Venezia, dal 1887.
Le opere di questi autori offrono uno scorcio della produzione pittorica coeva a quella di Segantini. Ad esempio, Il ritratto di Andrea Malfatti (1871/1874) di Eugenio Prati e l’Autoritratto all’età di vent’anni (1879-1880) di Segantini mostrano lo stesso piglio romantico e un po’ bohemien, condividono una freschezza espressiva, ligia al verismo accademico, ma che allo stesso tempo è espressione di un carattere fiero, romantico, per quello sguardo tutto proiettato verso il futuro.
Segantini, Prati, Grubicy e Bezzi assegnano, inoltre, al paesaggio il ruolo di tramite espressivo di una liricità destinata a evolvere in direzione simbolista. Questi artisti condivisero, seppur con modalità differenti, la trasformazione del linguaggio figurativo ottocentesco dalle istanze realiste a quelle simboliste, per raggiungere quell’“arte dell’avvenire”, per usare le parole di Segantini, dove “il vero è dentro l’anima e fa parte dell’idea”. Non a caso le sculture commemorative di Segantini, ad Arco come a Saint Moritz, furono affidate a Leonardo Bistolfi, il più grande scultore del Simbolismo italiano, qui rappresentato da una placca allegorica in bronzo (1906-1907) e da un bozzetto in gesso de L’alpe (1908), il grande monumento a Segantini a Saint Moritz.
Informazioni:
https://segantiniearco.it
Evento segnalato da MAG Museo Alto Garda