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Al via il progetto europeo LIFE FRANCA

Notizia segnalata da MUSE - Museo delle Scienze
- (Foto conferenza stampa)
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Il tema del rischio idrogeologico in ambiente alpino e in Trentino, affrontato attraverso un progetto europeo che mira a diffondere la crescita della cultura dell’anticipazione e la prevenzione dei fenomeni alluvionali

Il tema del rischio idrogeologico in ambiente alpino e in Trentino, affrontato attraverso un progetto europeo che mira a diffondere la crescita della cultura dell’anticipazione e la prevenzione dei fenomeni alluvionali. All’incontro di lancio hanno partecipato anche i rappresentanti del Ministero dell’Ambiente.

Prima presentazione pubblica del progetto: giovedì 24 novembre ore 20.45, nell’ambito della conferenza “Il dissesto idrogeologico. Gestire l’inevitabile, evitare l’ingestibile, dall’Italia al Trentino”. 

Le condizioni di rischio idrogeologico, in Italia, sono legate sia alle caratteristiche geomorfologiche, idrografiche e climatiche del territorio, sia al forte incremento delle aree urbanizzate, avvenuto spesso in assenza di una corretta pianificazione territoriale. 
In questo contesto, il territorio trentino presenta un reticolo idrografico fitto e complesso, con numerosi piccoli bacini montani e grandi corsi d’acqua di fondovalle. La geomorfologia del territorio, l’uso del suolo e gli eventi meteorologici scatenanti rendono questa regione vulnerabile rispetto ai fenomeni alluvionali, basti pensare che gli eventi di piena in Trentino sono tutt’altro che rari (15 nel solo 2015).
Per aumentare la consapevolezza, oggi ancora scarsa, della pericolosità alluvionale che riguarda la nostra regione è stato avviato LIFE FRANCA, progetto di comunicazione del rischio alluvionale in ambiente alpino che coinvolge l’Università degli Studi di Trento, l’Università degli Studi di Padova, il Servizio Bacini Montani della Provincia autonoma di Trento, l’Autorità di Bacino del fiume Adige, il MUSE, Museo delle Scienze di Trento e l’azienda Trilogis. Il progetto ha l’obiettivo di sviluppare una cultura del rischio alluvionale attraverso un processo partecipato tra i soggetti interessati: cittadini, tecnici e amministrazioni. 

LIFE FRANCA, acronimo di Flood Risk Anticipation and Communication in the Alps, è un progetto triennale focalizzato sulla comunicazione del rischio alluvionale e sull’applicazione delle tecniche di anticipazione agli eventi calamitosi.
L’obiettivo che si pone è di favorire la crescita di una cultura dell’anticipazione e prevenzione dei fenomeni alluvionali nella realtà alpina del Trentino, attraverso l’analisi e la modifica mirata dei comportamenti socioculturali collettivi, delle modalità decisionali e della visione della popolazione nei confronti dei rischi ambientali del proprio territorio. Nella consapevolezza che la sicurezza totale non può essere garantita.

Il progetto è coordinato dal prof. Roberto Poli, Cattedra UNESCO sui sistemi anticipanti e direttore del master in previsione sociale. Gli enti partner del progetto sono: Università degli Studi di Trento - Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale e Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica; Università degli Studi di Padova - Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-forestali; Servizio Bacini Montani della Provincia Autonoma di Trento; Autorità di Bacino del Fiume Adige; MUSE, Museo delle Scienze di Trento e Trilogis Srl, azienda italiana specializzata in geografia informatica.

Il progetto è focalizzato sull’ambiente alpino. I “casi studio” sono localizzati nella Provincia di Trento e sono individuati in base alla pericolosità alluvionale, alla vulnerabilità del territorio e alle attività economiche prevalenti (industria, agricoltura, turismo).
Alcune azioni di LIFE FRANCA interesseranno inoltre l’intero distretto dell’Alto Adriatico (dal Friuli Venezia Giulia al Trentino). I risultati ottenuti potranno essere applicati anche ad altri rischi naturali connessi ai cambiamenti climatici, così come ad altre aree del territorio nazionale.

La prospettiva adottata dal progetto sarà quella dell’anticipazione, ossia la capacità di interpretare e aggregare informazioni da diversi contesti, con lo scopo di ‘anticipare’ futuri possibili e quindi migliorare il processo decisionale. Questo processo include la ricostruzione del passato, la costruzione condivisa di visioni del futuro e l’elaborazione di trasformazioni da attuare nel presente. L’approccio anticipante risulta essere particolarmente utile per proiettare le comunità nelle condizioni previste dai modelli climatici.

LIFE FRANCA è realizzato grazie al contributo LIFE, lo strumento finanziario dell’Unione Europea che supporta le azioni di conservazione della natura, di protezione dell’ambiente e di mitigazione del cambiamento climatico. Il budget totale del progetto è pari a 1,058,242 €, di cui circa il 60% è finanziato dalla Comunità Europea.


LE AZIONI PREVISTE

Per raggiungere l’obiettivo, LIFE FRANCA agirà su diversi fronti, coinvolgendo pubbliche amministrazioni, cittadini e categorie professionali che operano nel campo del rischio alluvionale come geologi, ingegneri, architetti, ma anche giornalisti o assicuratori. I partner del progetto saranno impegnati su più fronti per concorrere a sviluppare una cultura del rischio alluvionale e migliori strumenti di comunicazione.
Il progetto prevede una prima fase di analisi e riorganizzazione di tutti i dati disponibili sul rischio alluvionale a livello trentino condotta da parte dell’Università di Padova.
I dati raccolti verranno utilizzati per la produzione di un set di scenari strategici, utili a valutare gli impatti dei possibili fenomeni alluvionali in chiave futura. Per costruire questi scenari il Dipartimento di Sociologia e di ricerca sociale dell’Università di Trento realizzerà degli incontri che coinvolgeranno i soggetti interessati nelle tre aree di studio selezionate in provincia di Trento. Per promuovere un approccio anticipatorio nei confronti del rischio alluvionale, i cittadini verranno coinvolti in un esercizio sociale detto dei “Tre orizzonti” che li spingerà a proiettarsi negli scenari futuri.
Il partner Trilogis realizzerà un geo-portale che diventerà il punto di riferimento per chiunque voglia avere informazioni aggiornate e corrette sulla situazione idrogeologica della provincia di Trento. Questo strumento servirà a garantire un’ampia diffusione e comprensione dei fenomeni alluvionali e dei rischi connessi. Il portale verrà realizzato utilizzando le banche dati definite e fornite dalla Provincia Autonoma di Trento (Bacini Montani) e sarà diverso da altre piattaforme dedicate tradizionali (ad esempio quelle per le simulazioni idrodinamiche), in quanto non sarà creata un’interfaccia per raggiungere solamente gli esperti, ma diversi gruppi di utenti (amministratori, tecnici, cittadini, giornalisti ecc.). Il geo-portale sarà continuamente aggiornato con dati forniti dai servizi tecnici della Provincia, ma anche dai cittadini (che potranno segnalare anomalie, ad esempio delle opere di difesa idraulica o simili).
Al fine di diffondere un più elevato livello di competenza nel comunicare i rischi del territorio, particolare attenzione sarà dedicata alla formazione e aggiornamento di professionisti, amministratori e giornalisti. Il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica dell’Università di Trento coordinerà quindi una serie di corsi di aggiornamento, differenziati nei contenuti a seconda del target: tecnici, giornalisti, amministratori. Questa formazione mira a creare una rete di professionisti in grado di interpretare e comunicare in maniera corretta a cittadini e stakeholder i diversi aspetti collegati al rischio alluvionale.
Pari importanza verrà data all’educazione e divulgazione nei confronti del mondo scolastico. Il MUSE infatti progetterà attività laboratoriali, escursioni per studenti e un corso di aggiornamento per docenti. Verranno inoltre realizzate mostre itineranti e una serie di incontri per il pubblico con gli esperti, nel contesto informale dei Science Café e di altri eventi ad hoc.

LIFE FRANCA è anche un progetto pilota nell’individuazione di strumenti e metodologie generali che sviluppino una cultura del rischio alluvionale e promuovano l’anticipazione come approccio alla sua gestione. I risultati ottenuti potranno essere applicati anche ad altri rischi naturali connessi ai cambiamenti climatici, così come ad altre aree del territorio nazionale. Per tutta la durata di LIFE FRANCA l’Autorità di Bacino del Fiume Adige si occuperà di istaurare relazioni e collaborazioni con altri stakeholder, enti o associazioni che non sono tra i partner di progetto, ma che sono interessati ai suoi risultati, come le regioni vicine o le diverse Autorità di Bacino.

Il prof. Roberto Poli, coordinatore di LIFE FRANCA, presenterà il progetto per la prima volta al pubblico nell’ambito della conferenza-dibattito che si terrà il 24 novembre alle 20.45 al MUSE, dal titolo “Il dissesto idrogeologico. Gestire l’inevitabile, evitare l’ingestibile, dall’Italia al Trentino”. 


LA CONFERENZA – DIBATTITO

“Il dissesto idrogeologico. Gestire l’inevitabile, evitare l’ingestibile, dall’Italia al Trentino”.

Giovedì 24 novembre, alle 20.45, il MUSE propone “Il dissesto idrogeologico. Gestire l’inevitabile, evitare l’ingestibile, dall’Italia al Trentino”, un momento di confronto con tutta la cittadinanza sul tema del dissesto idrogeologico nel nostro paese. La serata, moderata dalla giornalista RAI Laura Strada, vedrà gli interventi di Gian Vito Graziano, (cabina di regia Italia Sicura), Andrea Minutolo (Legambiente), Monica Ghirotti (Università di Ferrara), Roberto Poli (Università di Trento), Giuseppina Zambotti (Ordine Geologi del Trentino-Alto Adige), di Roberto Coali (Servizio Bacini Montani - PAT), Mauro Zambotto (Servizio geologico - PAT) e Bruno Lorengo (Servizio Prevenzione Rischi - PAT). Al centro del dibattito un concetto fondamentale: la prevenzione di frane e alluvioni, così come dei terremoti, è l’unico mezzo per ridurre il rischio in futuro di disastri legati a questi fenomeni. Risulta sempre più importante superare la cultura dell’emergenza per passare a quella della prevenzione, una priorità per il nostro Paese. Per essere efficace, però, questa prassi deve prevedere un approccio complessivo che unisca le politiche urbanistiche, una diversa pianificazione dell’uso del suolo, una crescente attenzione alla conoscenza delle zone a rischio, la realizzazione di interventi pianificati su scala di bacino, l’organizzazione dei sistemi locali di protezione civile e la crescita di consapevolezza da parte dei cittadini.
L’Italia è caratterizzata per sua natura da un elevato rischio geologico: ben due terzi del territorio è sismico, nella nostra penisola si trovano i vulcani più attivi di tutta Europa e frane e alluvioni sono pericolosamente presenti in quasi tutte le regioni.
In particolare, il rischio idrogeologico deriva dal verificarsi di eventi meteorici estremi, i quali causano dissesti tra loro interconnessi, come frane ed esondazioni. Le attuali condizioni di rischio idrogeologico nel nostro paese sono legate sia alle caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrografiche e climatiche del territorio sia, a partire dagli anni ’50, a diversi fattori antropici: l’abbandono della montagna e il disboscamento e l’intensa urbanizzazione, spesso avvenuta in assenza di una corretta pianificazione territoriale e con percentuali di abusivismo che hanno raggiunto anche il 60% in alcune regioni dell’Italia meridionale.

A causa di queste situazioni, oltre 7 milioni di abitanti vivono in zone a rischio frana o alluvione: è impressionante pensare che il 77% dei comuni italiani abbia case, scuole, ospedali in zone a rischio idrogeologico, franose o tra letti e rive dei canali. La superficie complessiva delle aree con pericolosità da frana o alluvione è pari al 15,8% del territorio nazionale.

Nonostante l’evidente fragilità del territorio italiano, evidenziato dal dossier “Ecosistema Rischio” 2016 di Legambiente, nell’ultimo decennio almeno nel 10% dei comuni italiani (146 fra quelli intervistati) si è continuato a costruire in zone a rischio e in meno del 5% dei comuni sono iniziate le delocalizzazioni di edifici ubicati nelle zone esposte a maggior pericolo. Questi dati illustrano ancora una volta che intervenire per la prevenzione dei fenomeni idrogeologici può essere l’unico percorso per ridurre il rischio che in futuro altre vittime e altri danni si aggiungano al lungo elenco di tragedie del nostro passato.
La Presidenza del Consiglio, con la Struttura di missione Italia Sicura contro il dissesto Idrogeologico, ha dato un segnale importante per uscire dalla logica dell’emergenza, superando la tendenza degli ultimi anni, durante i quali sono stati spesi circa 800 mila euro al giorno per riparare i danni e meno di un terzo di questa cifra per prevenirli.
Le regioni con i valori più alti di popolazione a elevato rischio frana e/o alluvione sono Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia, Campania, Toscana e Liguria, ma anche la nostra regione è particolarmente colpita: frane, colate e alluvioni sono molto frequenti in un territorio montuoso come quello trentino. Per questo è importante conoscere questi fenomeni ed imparare a conviverci.

Giovedì 24 novembre, nel corso della serata verranno presentate al MUSE le Carte della Pericolosità idrogeologica, recentemente messe a punto dalla Provincia autonoma di Trento: uno strumento principale per conoscere i pericoli naturali e impostare una politica finalizzata alla prevenzione e alla difesa della popolazione, mediante una pianificazione territoriale orientata al futuro e sistemi di protezione civile efficaci.
Durante l’incontro verrà inoltre dato particolare spazio al tema della previsione e gestione degli eventi alluvionali attraverso la sala operativa per il servizio di piena della Provincia Autonoma di Trento.
Un focus speciale sarà inoltre riservato alla presentazione del progetto europeo LIFE FRANCA, coordinato dall’Università degli Studi di Trento, e focalizzato sulla realtà alpina del Trentino, sulla comunicazione del rischio alluvionale alla popolazione e sull’applicazione delle tecniche di anticipazione agli eventi calamitosi. 



Pubblicato il 23 novembre 2016
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