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Gli Orti d’Italia. Nuovi allestimenti degli Orti del MUSE

Notizia segnalata da MUSE - Museo delle Scienze
L’Oasi delle Farfalle (Foto di F. Pupin)
L’Oasi delle Farfalle (Foto di F. Pupin)
+ L’Oasi delle Farfalle (dal 21 maggio per tre settimane al MUSE Museo delle Scienze) / Comunicati stampa

Gli Orti d’Italia. Nuovi allestimenti degli Orti del MUSE

Il MUSE aderisce alla campagna europea di sensibilizzazione “Let it grow” (www.letitgrow.eu), un’iniziativa promossa dalle reti europee dei musei scientifici, giardini botanici e zoologici (EAZA, European Association of Zoos and Aquaria, BGCI, Botanic Gardens Conservation International ed Ecsite, European network of science centres and museums) con lo scopo di far conoscere e sostenere le specie autoctone e al contempo contenere quelle invasive.

Gli obiettivi della campagna sono:
• far comprendere che cos’è la biodiversità e perché servono molte specie autoctone per mantenere un ecosistema funzionante;
• coinvolgere i cittadini per riservare uno spazio alle specie autoctone in aree private, come balconi, terrazze e giardini e in aree pubbliche, come parchi, aiuole e aree abbandonate;
• monitorare la presenza/diffusione delle specie autoctone e di quelle infestanti presenti localmente, per avere un quadro generale della biodiversità a livello europeo.

A questo scopo il MUSE ha messo in atto una serie di azioni:
• la  creazione di un partenariato con vivai e garden center del Trentino per ospitare uno spazio di vendita dedicato alle specie autoctone all’interno del bookshop del museo;
• la vendita di materiale (semi di specie autoctone, casette nido, hotel degli insetti, mangiatoie) al bookshop del MUSE e nelle sue sedi territoriali;
• l’esposizione di specie autoctone a scopo ornamentale in città, presso i cortili di alcune scuole, nelle aree verdi del MUSE e nelle sue sedi territoriali.

Ha inoltre realizzato degli incontri formativi con il pubblico e gli operatori del settore (conferenze, eventi, corsi per specialisti e appassionati) e coinvolto le scuole, mediante la Settimana tematica “Let it grow week” (28.02-04.03.2017) durante la quale sono stati proposti laboratori, giochi sensoriali, workshop, azioni di Citizen Science per sensibilizzare gli studenti e i docenti rendendoli protagonisti di questa campagna.

Tra le varie azioni, a partire dal 21 maggio, negli Orti del MUSE si troveranno gli Orti d’Italia, un nuovo allestimento che metterà in luce la biodiversità agraria del territorio nazionale. Verrà quindi dato spazio alle tipicità orticole coltivate nelle diverse regioni d’Italia: dal ‘Peperone quadrato d'Asti’ tipico del Piemonte alla ‘Zucca beretta piacentina’ dell’Emilia Romagna, dagli ‘Agretti’ tipici del Lazio allo ‘Zucchino Serpente di Sicilia’ dell’isola omonima. Un percorso dedicato all’agro-biodiversità lungo tutto il territorio nazionale alla scoperta di insoliti ortaggi utilizzati nelle più tradizioni culinarie che si tramandano di generazione in generazione da nord a sud, da est a ovest.

Gli Orti del MUSE resteranno visitabili per tutta l’estate e saranno teatro di numerose attività di approfondimento come le visite guidate, i laboratori dedicati alle buone pratiche nell’orto e gli incontri con degustazione.


L’Oasi delle Farfalle (dal 21 maggio per tre settimane al MUSE Museo delle Scienze)

Dal 21 maggio per tre settimane il MUSE ospita libere, nella Serra tropicale, numerose specie di farfalle tropicali originarie delle foreste pluviali del sud est asiatico e del centro America. Queste farfalle troveranno nella serra del MUSE un ambiente perfettamente consono alle loro esigenze: un’alta temperatura del dì e della notte e un’altissima umidità relativa dell’aria, quest’ultima strettamente necessaria per una corretta metamorfosi e successiva fuoriuscita dalla crisalide. L’esposizione L’OASI DELLE FARFALLE, in collaborazione con il Parco Natura Viva (VR) e realizzata grazie alla consulenza dell’associazione Farfalle nella testa, vedrà il suo culmine nella Giornata della Biodiversità, il 21 maggio, quando verranno proposte visite guidate per addentrarsi nel meraviglioso mondo di questi colorati lepidotteri.
Saranno oltre 1300 gli esemplari, portati al museo allo stadio di crisalidi, da cui sfarfalleranno gli adulti all’interno della serra. Saranno ospitate in un’apposita “nursery”, un’incubatrice dove sarà possibile osservare l’eccezionale evento della schiusa delle crisalidi. Le crisalidi, ospitate in questa teca realizzata ad hoc, recupereranno - in ambiente protetto - le forze necessarie al primo volo verso la vegetazione tropicale della serra. Qui troveranno decine di piante in fiore, come Pentas e Saintpaulia, pronte a fornire loro sostentamento attraverso secrezioni nettarine. Ulteriormente, sono stati posizionati in serra i cosiddetti ‘Bar delle farfalle’, strutture colorate che attraggono i lepidotteri che lì trovano frutta matura e fiori recisi necessari per il loro sostentamento. 

Farfalle per salvare le foreste
Tra le innumerevoli specie presenti in serra, una buona parte proviene dal Costa Rica, grazie al progetto di conservazione “El Bosque Nuevo”, nato nel 1995. Il progetto “Bosque Nuevo: allevare farfalle per salvare la foresta” nasce dalla collaborazione del Parco Natura Viva e di Farfalle nella Testa (www.farfallenellatesta.it) con El Bosque Nuevo, una butterfly farm che offre a molte famiglie del Costa Rica un’attività economica del tutto sostenibile basata sull’allevamento di questi insetti. Ogni anno vengono prodotte migliaia di crisalidi la cui rendita rappresenta una fonte di sostentamento alternativa alla coltivazione, all’allevamento di bestiame e al conseguente taglio della foresta. Una percentuale dei proventi delle crisalidi è inoltre destinata all’acquisto di terreni coltivati, successivamente convertiti in foresta originaria.
Le farfalle allevate vengono esportate allo stato di crisalide verso le centinaia di “case delle farfalle” diffuse nel mondo.
Questo allevamento è quindi una attività economica che ha una ricaduta positiva sull’ambiente: per far sviluppare un bruco di farfalla sono necessarie piante nutrici autoctone e occorre perciò conservare ed eventualmente reintrodurre elementi di foresta originaria, recuperando e salvaguardando la biodiversità locale e eliminando specie alloctone precedentemente coltivate.
La ricaduta positiva del progetto è stata notevole, basti pensare che, dal 1995, sono stati recuperati oltre 300 ettari di foresta pluviale. A questi ne verranno aggiunti altri 50 nel 2017 anche grazie all’impegno del MUSE.

NOTE DI BIOLOGIA
Le farfalle fanno parte del vastissimo ordine dei Lepidotteri, che comprende oltre 158.000 specie originarie di zone temperate e tropicali. Hanno un ciclo vitale piuttosto complesso che prevede una metamorfosi completa. L’insetto alato depone le uova su un vegetale adatto al sostentamento del secondo stadio di sviluppo, quello del bruco. Il bruco, attraverso un potente apparato masticatore dotato di robuste mandibole, si ciba delle parti più tenere delle piante e dei nuovi germogli. Poiché la cuticola della larva non si accresce, questa viene cambiata da tre a cinque volte nel corso del tempo, con un processo denominato muta. Successivamente, quando il bruco ha accumulato sufficienti energie cerca un luogo riparato dove trasformarsi in pupa, solitamente protetta da un bozzolo sericeo. Dopo un lasso di tempo variabile in base alla specie e alla temperatura, il rivestimento della crisalide si lacera e fuoriesce il quarto ed ultimo stadio, l’insetto alato. Prima che quest’ultimo sia adatto al volo, però, è necessario che i fluidi contenuti all’interno del corpo vengano pompati nelle ali, dispiegandole e rendendole rigide.
La livrea delle farfalle è estremamente variabile: sono presenti esempi di colorazioni criptiche, che vanno a mimetizzare l’insetto tra la vegetazione o colorazioni aposematiche che avvertono eventuali predatori della tossicità dell’insetto stesso.



Pubblicato il 20 maggio 2017
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