Con Pathosformel (Paola Villani e Daniel Blanga Gubbay).
Tre corpi monocromi privati di ogni fisionomia o espressione facciale, tre modelli anatomici che hanno abdicato a ogni impulso e si abbandonano ad essere modellati dall’esterno.
Le mie braccia ne accompagnano ora i movimenti, scolpendone continuamente i gesti; le mie dita guidano le sue nel tentativo di sfiorarsi il collo; il mio busto insiste lievemente contro il suo, per disegnare un’espressione nella sua semplice inclinazione.
È un corpo quasi inerme, che – come un parassita – si nutre impassibile dei miei movimenti.