Di Alessandra Schiavoni, con Riccardo Bellandi.
Un uomo sta seduto su una poltrona e consuma la sua colazione da una enorme tazza di latte, interrotto da continue telefonate di sedicenti venditori. Tutto quello che lo circonda, compresa la casa nella quale vive, è a nome di sua madre.
Il protagonista è un uomo di 43 anni disoccupato da due, privato di qualunque aspettativa sul futuro. Tornato a vivere dalla madre, si ritroverà, a causa della improvvisa morte della stessa, a vivere una situazione paradossale pur di sopravvivere.
Per non rinunciare alla pensione della madre, occulterà il corpo nella ghiacciaia di casa.
Oppresso dalla insistenza e dai sospetti della vicina, l'uomo inizierà, nel tentativo di rassicurarla, a imitare la voce della mamma. La possibilità inaspettata, offertagli da una agenzia di assicurazione, con la quale aveva stipulato una polizza anni addietro, lo spingerà a risolvere la sua condizione di indigenza e precarietà attraverso una totale trasformazione nella madre stessa con la conseguente “perdita di se stesso”.
Il testo realizzato in chiave comica e grottesca, lascia spazio ad una riflessione profonda, una analisi critica e tagliente sulla nostra società, più precisamente al disagio e alla conseguente disperazione come prodotto della mancanza di lavoro che equivale alla mancanza di identità di un individuo.