Balletto di Roma: Il lago dei cigni, ovvero l'incanto

- (Foto dal sito ufficiale)
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Data: Dom. 14 dicembre 2014
Dove: Teatro Comunale, Tesero (Tn)
Orario: ore 18.00

Coreografia e regia Fabrizio Monteverde.

Capolavoro del teatro di danza, perfetta sintesi di composizione coreografica accademica e “notturno” romantico, di chiarezza formale e inquietanti simbologie psicanalitiche, Il lago dei cigni è una fiaba senza “happy end”, in cui i due protagonisti Siegfrid e Odette pagano con la vita l’amore che li lega, anche se vediamo i loro spiriti risorgere e avviarsi uniti verso una felicità ultraterrena… Una di quelle “favole d’amore in cui si crede nella giovinezza”, avrebbe detto un altro grande russo contemporaneo di Čajkovskij, Anton Cechov, che nel 1887 scrive l’atto unico Il canto del cigno, in cui un attore ormai vecchio e malato, “con l’anima fredda e buia come una cantina”, ripercorre in modo struggente i grandi ruoli interpretati nella sua lunga carriera…
Con una dichiarata derivazione intellettuale dal grande commediografo russo, questa coreografia di Fabrizio Monteverde mette in scena un gruppo di anziani danzatori che provano un’eventuale messa in scena del Lago dei cigni come “inevitabile” percorso memoriale d’arte e di vita, tentando (invano?…), o meglio, illudendosi (ricerca dell’happy end”) di vincere la battaglia contro gli anni con la sola cosa che possono – e forse sanno – fare. Crudele, solipsistico, grottesco “jeu de massacre” – dove si mescolano teatro, immagine e, ovviamente, danza – questo “lago dei cigni/canto del cigno” scava in quella zona “neutra e incolore” in cui l’interprete si fa, misteriosamente, personaggio, lasciandosi alle spalle volgarità e minuzie della vita quotidiana per ritrovarle, in un inquietante automatismo, ogni sera subito dopo il calare del sipario. Costante, ininterrotta ricerca che – come tutta l’arte – non conosce traguardo, allo stesso modo del personaggio bifronte di Odette/Odile, creato per una ballerina “bianca e buona” ma anche “nera e perfida”, nonché metà principessa e metà cigno, in una perenne metamorfosi che non giunge mai (ed è questa l’autentica, geniale invenzione coreografica del balletto) al pieno compimento – metafora, per l’appunto, dell’arte stessa.

Informazioni:
http://www.centrosantachiara.it


Evento segnalato da Centro Servizi Culturali S.Chiara

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