Evento nell'ambito di drodesera XXXVIII edizione / SUPERCONTINENT².
Presa la decisione di non dipingere più, nel 1985 Giovanni Morbin decide di liberarsi delle braccia. Spedisce a due indirizzi a caso, uno a est e uno a ovest di Vicenza rispettivamente una copia fotografica uno ad uno del suo braccio sinistro e una copia del destro con l’invito, per l’ignaro destinatario, a proseguire il tragitto fino a completare idealmente un abbraccio planetario. In occasione della mostra presso Centrale Fies l’impresa riparte da Dro con una conferenza stampa e la prima spedizione, in attesa che all’artista siano restituite le braccia.
Giovanni Morbin è un artista e un fine conoscitore della storia dell’arte. La mostra a lui dedicata è preceduta da un seminario riservato a un limitato numero di partecipanti in cui lo stesso Morbin racconta la sua opera nel contesto artistico e sociale che dal primo ‘900 si affaccia ai giorni nostri. Il genio di Duchamp, il corpo del fascismo, l’anomalia della rappresentazione fotografica sono alcuni degli attori chiamati a raccolta in una narrazione che molto assomiglia al canto del pensiero.
La ricerca di Giovanni Morbin è legata ai comportamenti umani e la performance è il mezzo ideale per esprimere le sue idee.
Dal 1995 le sue performance (Ibridazioni) sono caratterizzate di volta in volta dalla compagnia animale, vegetale, minerale, artificiale. Nel corso degli ultimi anni ha condotto una ricerca sulla natura di forma e immagine concretizzata da atomizzazioni di oggetti comuni come ideale riordino artistico del mondo.
Informazioni:
http://www.centralefies.it