Spettacolo con Laura Curino / Regia di Gabriele Vacis.
“Due modi ci sono per non soffrire. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio” (Italo Calvino)
Dai condomìni della cintura torinese, dove la rapida immigrazione del dopoguerra mescolava dialetti e abitudini, voci di donne raccontano una storia.
Non donne qualsiasi, ma fide madri sostitute, balie, amanti materne, sorelle maggiori, quelle in cui la maternità non si crea col sangue e si sposa con la passione. Sono loro che insegnano, anche senza saperlo, la passione alla protagonista di questo spettacolo, che racconta la scoperta del teatro e del progressivo raffinamento di una vocazione.
Passione, come amore per la recitazione, nato una sera andando a vedere uno spettacolo, passione, come via di salvezza della catastrofe umana, dipinta con una comicità travolgente e malinconica. Passione è anche il doloroso percorso, attraverso un itinerario delineato con lucidità, dalla comunità alla solitudine, dall’essere come gli altri e tra gli altri, alla scoperta che gli altri non esistono genericamente ma che sono tante persone diverse.
La follia, i sentimenti, le ambizioni di ciascuno costringono progressivamente a scavarsi addosso un’identità che non può più venire scambiata con quella di un altro.
È il racconto di una formazione del sé, dello scoprirsi con gli anni consegnati a un destino che si era appena intravisto all’inizio della vita.
Informazioni ed approfondimenti:
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