Tempo di Chet. La versione di Chet Baker

Evento segnalato da
- (Foto da libretto. Ph. Roberto Cifarelli)
- (Foto da libretto. Ph. Roberto Cifarelli)
Data: Gio. 29 novembre 2018
Dove: Cinema Teatro Comunale, Via Roma 4, Tione di Trento (Tn)
Orario: ore 21.00
Note: Intero € 10, ridotto (giovani fino ai 14 anni) € 8, abbonamento 4 spettacoli di prosa € 30 / Info complete su costi, biglietti, abbonamenti nel sito ufficiale

Teatro Stabile Bolzano / Testo Leo Muscato e Laura Perini / Musiche originali Paolo Fresu / Con Paolo Fresu tromba, Dino Rubino piano, Marco Bardoscia contrabbasso, Alessandro Averone, Rufin Doh, Daniele Marmi, Graziano Piazza, Laura Pozone e altri 2 attori-attrici / Regia Leo Muscato.

Un jazz club. L’assolo straziante di un trombettista fa esplodere applausi e schiamazzi che ben presto si trasformano in qualcosa che assomiglia a un ricordo, o a un sogno. Appare un uomo con la testa riversa sul bancone del bar: è Chet Baker, uno dei miti musicali più controversi e discussi del Novecento, il grido più struggente del ventesimo secolo. Si sveglia, canta: la sua voce ha un’intensità dolorosa, spezzata da pause incomprensibili. E in quelle pause affiorano ricordi dal suo passato, si infilano persone con cui ha avuto a che fare nel corso della vita, da quando bambino suo padre gli regalò la prima tromba, fino al momento prima di volare giù dalla finestra di un albergo di Amsterdam.
Si delinea la figura del grande trombettista, che fra sogni, incertezze, eccessi ha segnato una delle pagine più importanti della storia della musica.
(Leo Muscato)

Se la sua vita e la sua morte sono ancora oggi avvolte dal mistero, la sua musica era straordinariamente limpida, logica e trasparente. Forse una delle più razionali e architettonicamente perfette della storia del jazz.
Analizzando tutti i suoi assolo è raro trovarvi una nota fuori posto.
L’impressione è di essere davanti a una struttura ideata con estrema chiarezza, dove ogni suono si incastra in un ricco mosaico assemblato in forme perfette e con tasselli dai colori sgargianti che bene si amalgamano tra loro. Ci si chiede dunque come mai la complessità dell’uomo e il suo apparente disordine (conflittuale?) abbiano potuto esprimersi in musica attraverso un rigore formale così logico e preciso.
Lungi da noi il volere dare risposte.
(Paolo Fresu)

Informazioni:
www.comunitadellegiudicarie.it
www.teatro-bolzano.it


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