Il vangelo delle beatitudini

Evento segnalato da Teatro Comunale di Pergine
- (Foto dal sito ufficiale)
Data: Gio. 11 aprile 2019
Dove: Teatro Comunale di Pergine, P.zza Garibaldi 5/g, Pergine Valsugana (Tn)
Orario: ore 20.45

Festival Bellandi, raccolta di sette piccoli gioielli del teatro contemporaneo, entra nella sua seconda giornata di programmazione con lo spettacolo Il vangelo delle beatitudini, di e con Aida Talliente che andrà in scena giovedì 11 aprile 2019 alle ore 20.45 al Teatro di Pergine.

Aida Talliente, attrice friulana e autrice di testi mai banali, ispirati da storie vere di quotidianità complicate, dimenticate o perdute, con lo spettacolo Il vangelo delle beatitudini sarà la protagonista della seconda giornata del Festival Bellandi, giovedì 11 aprile 2019 alle ore 20.45 al Teatro di Pergine.

Il vangelo delle beatitudini è la nuova produzione firmata ariaTeatro e CSS Teatro stabile d’innovazione del Friuli Venezia Giulia, che dopo aver debuttato il 22 febbraio a Udine diventa una lettera aperta anche al pubblico Trentino.

Lo spettacolo è un percorso di parole e storie che si interrogano sul tema della Speranza, parola proiettata durante lo spettacolo attraverso una dream machine (un giradischi con cilindro inciso da cui esce una luce); lo spazio scenico è bianco e il fondale è stropicciato come un foglio di carta stracciata. Questo l’impatto visivo nel momento di accoglienza in cui le beatitudini vengono riportate al giorno d’oggi. Le parole del Vangelo si fanno carne attraverso le fragili eppure luminose storie di uomini e donne che osano ancora sperare nonostante esperienze difficili come il carcere, la morte, il peso del silenzio e l'ingiustizia.
La  speranza di cui parla Aida Talliente è una speranza legata agli affetti più cari, speranza davanti alla difficoltà del vivere, speranza dove non è possibile averne, speranza come augurio. 

Lo spettacolo si suddivide in quattro momenti che mostrano volti e condizioni umane differenti per la loro storia ma legate da un discorso comune: le Beatitudini. 

La prima parte, senz’altro la più intima, più affettiva e personale è dedicata alla famiglia dell’autrice, a quelli che lei stessa definisce “gli umili e i puri di cuore”, raccontata non più dalle parole ma soltanto da immagini, suoni ed azioni evocative accompagnate da un “diario fotografico” proiettato sullo sfondo.
Il secondo quadro è dedicato a quelli che “piangono e che verranno consolati” ed è un piccolo frammento della vita di Mario Vatta, uno straordinario uomo di fede che negli anni ha sempre vissuto in mezzo alla strada, tra gli ultimi, riuscendo a costruire una delle più belle comunità d’accoglienza nella città di Trieste. Per raccontare questo piccolo momento di vita, Aida sceglie di farlo lavorando con un disegno video che si compone durante la storia. I disegni a carboncino sullo sfondo di un cielo bianco, danno forma a un piccolo cimitero. L’ombra del corpo entra dentro il disegno dialogando costantemente con le immagini fino alla fine del quadro.
A condurci nel terzo quadro, è una sequenza fisica che porta un nuovo “discorso della montagna” agli uomini; questa volta più rabbioso, più concitato, più urgente: è la parte dedicata ai “non violenti”.
F. è un ergastolano in carcere da 9 anni, rimasto latitante per 16, ex boss di mafia. La sua figura non si vede, è in controluce. Sul fondo una diapositiva disegna delle sbarre, mentre l’uomo parla. Parla di quello che vive ora dentro al carcere, parla del tempo, il tempo della condanna che per un ergastolano è la vita stessa; parla di una condizione in cui è impossibile avere Speranza. Eppure anche in quella condizione, esiste. La Speranza è quella di trovare qualcosa lì dentro, che ancora permetta di sentire quelle emozioni che parevano cancellate.
Così accade, durante queste parole, che un prisma davanti all’obbiettivo rompa l’immagine delle sbarre proiettando giochi di luce e un canto dolce ci faccia entrare nel quarto e ultimo quadro: “Quelli che hanno fame e sete di giustizia e i perseguitati a causa della giustizia”.
A chiudere questo percorso, è la figura di una donna distesa a terra. Le sue mani stringono una rosa sul petto. Le parole che utilizza sono parole di Speranza, di Libertà, di Verità che parlano ad altre donne, agli uomini e ai giovani, parole d’augurio, parole di una memoria concreta che guarda avanti. E su questo ultimo saluto, il disco comincia a girare proiettando vorticosamente la parola “Speranza” nello spazio. 

Raccogliere storie significa quindi per l’attrice prendersi in carico la responsabilità verso le persone che s’incontrano, significa prendersi il tempo per condividerle, comprenderle, rispettarle, e trovare il modo delicato ed efficace per poterle riportare.

Al termine dello spettacolo, come a conclusione di ogni serata del festival, seguirà SPAZIO VIVO, un momento di incontro e di confronto con l’artista Aida Talliente integrato da una degustazione offerta dall'azienda agricola Maso Martis.

Di e con Aida Talliente / disegno luci Luigi Biondi / assistente al suono Alessandro Barbina / video animation Cosimo Miorelli / assistente al video e alle proiezioni Roger Foschia / elementi scenici Luigina Tusini / grafica per le proiezioni Giulia Spanghero e Virginia Di Lazzaro / grafica Massimo Staich / fotografia Matteo De Stefano / consulenza e realizzazione sonora di alcune parti Massimo Toniutti, Alberto Novello, Giorgio Pacorig / produzione ariaTeatro - CSS Teatro stabile d’innovazione del Friuli Venezia Giulia / patrocinato da Centro d’Accoglienza E. Balducci.

Informazioni:
www.teatrodipergine.it


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