Direzione e coreografia di María Pagés.
La stagione inDanza Trento, organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara con la consulenza artistica di Emanuele Masi, si chiude al Teatro Sociale con un’icona del flamenco mondiale: MARÍA PAGÉS. Mercoledì 10 aprile alle ore 20.30 la bailaora di Siviglia presenta con la Compañía María Pagés, in prima nazionale, lo spettacolo «YO, CARMEN», personale rilettura flamenca della Carmen di George Bizet, che dà voce alle donne, alla loro forza, allo loro capacità di essere artefici del proprio destino.
Artista sfaccettata e regina del flamenco, María Pagés crea i suoi spettacoli nella convinzione che l’arte rappresenti un profondo impegno per la vita e per la memoria. Sempre nel solco della tradizione flamenca, Pagés apre il suo linguaggio espressivo al dialogo con altre arti. Note le sue collaborazioni con letterati, cantanti, danzatori e coreografi quali José Saramago, Mikhail Baryshnikov, Placido Domingo, Sidi Larbi Cherkaoui, Tamara Rojo e Angel Corella. Dopo gli straordinari inizi nella compagnia di Antonio Gadés e le celeberrime partecipazioni alle versioni cinematografiche di Carmen Story, El Amor Brujo e Flamenco di Carlos Saura, è nel 1990 che la bailaora di Siviglia decide di fondare una sua compagnia con la quale presenta lavori da lei creati in tutto il mondo.
Per la sua ultima creazione si è ispirata a Carmen, l’eroina tragica e voluttuosa di Prosper Merimée per riabilitarne la figura. In Yo, Carmen, infatti, Pagés compone un inno alle donne del mondo a partire dal ribaltamento degli stereotipi ideati negli anni dalla lettura maschile del personaggio. La creazione di María Pagés è una voce di donna che si alza con forza davanti a noi, nitida e risoluta per esprimere la realtà che affronta, costruisce e sviluppa l’animo femminile.
Accompagnata in scena da altre sei bailaore, incarna speranze e dolori, insicurezze e tensioni delle donne di oggi, sempre pronte a lottare con la loro forza innata per i figli, per il lavoro e per l’amore. Sul palcoscenico anche sette musicisti e cantanti, classici e di flamenco, ad accompagnare le danze corali e gli assoli composti sull’intramontabile partitura di Bizet intervallata da brani del folklore spagnolo. Lo spettacolo si arricchisce poi di testi scritti da donne appartenenti a diverse culture, narrati da una voce esterna, a sottolineare la necessità di ribellione dagli abusi e dalla dipendenza, risultato – afferma Pagés - di un’ancestrale sottomissione ai canoni maschili.
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