Di e con Mario Perrotta / consulenza alla drammaturgia Massimo Recalcati / regia, scene e luci di Mario Perrotta / produzione Teatro Stabile di Bolzano.
Si parlerà della figura del padre mercoledì 27 febbraio 2019 alle ore 20.45 al Teatro di Pergine per la stagione del Comune con lo spettacolo di Mario Perrotta, In nome del padre, primo capitolo di una nuova trilogia dedicata alla famiglia. Lo spettacolo è frutto di una collaborazione con lo psicanalista Massimo Recalcati, che alle relazioni familiari ha dedicato gran parte del suo lavoro.
«Padre è una parola che riempie il mio quotidiano di nuove sfide e preoccupazioni. Ho bisogno di ragionarci attraverso gli strumenti che riconosco miei per inchiodare al muro i padri sbagliati che vorrei evitare di essere» scrive Perrotta nelle note di regia.
Usando ironia e sarcasmo Perrotta mette in scena In nome del padre «tre padri, diversissimi tra loro per estrazione sociale, provenienza geografica, condizione lavorativa. Tutti e tre di fronte a un muro: la sponda del divano che li separa dal figlio. Gli adolescenti sono gli interlocutori disconnessi di questi dialoghi mancati, l’orizzonte comune dei tre padri che, a forza di sbattere i denti sullo stesso muro, smussano le loro differenze per ricomporsi in un’unica figura».
In nome del padre è uno spettacolo sul nostro tempo che è il tempo del tramonto dei padri, secondo Perrotta e anche secondo il suo collaboratore Massimo Recalcati, il quale sottoscrive:
“La loro rappresentazione patriarcale che li voleva come bussole infallibili nel guidare la vita dei figli o come bastoni pesanti per raddrizzarne la spina dorsale si è esaurito irreversibilmente. Il nostro tempo è il tempo dell’evaporazione del padre e di tutti i suoi simboli. Ogni esercizio dell’autorità è vissuto con sospetto e bandito come sopruso ingiustificato. I padri smarriti si confondono coi figli: giocano agli stessi giochi, parlano lo stesso linguaggio, si vestono allo stesso modo. La differenza simbolica tra le generazioni collassa. In questo contesto di decadenza emerge forte una esigenza di nuove rappresentazioni del padre. Trovare una nuova lingua per i padri è una necessità sempre più impellente se si vuole evitare l’indistinzione confusiva tra le generazioni e la morte di ogni discorso educativo o, peggio ancora, il richiamo nostalgico al tempo perduto dell’autoritarismo patriarcale.
Il linguaggio dell’arte – e in questo progetto di Mario Perrotta che ho scelto di accompagnare, il linguaggio del teatro – può dare un contributo essenziale per cogliere sia l’evaporazione della figura tradizionale della paternità, sia il difficile transito verso un’altra immagine – più vulnerabile ma più umana – di padre della quale i nostri figli – come accade a Telemaco nei confronti di Ulisse – continuano ad invocarne la presenza”.
Informazioni:
http://www.teatrodipergine.it
Evento segnalato da Teatro Comunale di Pergine