Di e con Simone Cristicchi / Scritto con Jan Bernas / Regia Antonio Calenda / Musiche e canzoni inedite Simone Cristicchi / Musiche di scena e arrangiamenti Valter Sivilotti / Registrate dalla FVG Mitteleuropa Orchestra / Produzione Teatro Stabile del Friuli Vanezia Giulia, Teatro Stabile di Bolzano e Colvino Produzioni.
Al Porto Vecchio di Trieste c’è un “luogo della memoria” particolarmente toccante.
Racconta di una pagina dolorosissima della storia d’Italia, di una vicenda complessa e mai abbastanza conosciuta del nostro Novecento. Ed è ancor più straziante perché affida questa “memoria” non a un imponente monumento o a una documentazione impressionante, ma a tante piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidianità.
Con il trattato di pace del 1947 l’Italia perdette vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, e quasi 300 mila persone scelsero - davanti a una situazione intricata e irta di lacerazioni - di lasciare le loro terre natali destinate ad essere jugoslave e proseguire la loro esistenza in Italia. Non è facile riuscire davvero a immaginare quale fosse il loro stato d’animo, con quale sofferenza intere famiglie impacchettarono tutte le loro poche cose e si lasciarono alle spalle le loro città, le case, le radici. Davanti a loro difficoltà, povertà, insicurezza, e spesso sospetto.
Simone Cristicchi è rimasto colpito da questa pagina della nostra storia ed ha deciso di ripercorrerla in un testo che prende il titolo proprio da quel luogo nel Porto Vecchio di Trieste, dove gli esuli - senza casa e spesso prossimi ad affrontare lunghi periodi in campo profughi o estenuanti viaggi verso lontane mete nel mondo - lasciavano le loro proprietà, in attesa di poterne in futuro rientrare in possesso: il Magazzino 18.
Informazioni e biglietti:
www.teatro-zandonai.it