Clara Kaisermann legge se stessa "Voci d’amore da una locanda".
È l’eterno tormentoso gioco della seduzione e della negazione, dell’’inseguimento e della fuga, della presenza e dell’assenza, della gioia e dello sconforto, dell’orgoglio e della vergogna, dell’illusione e della delusione, dell’apice e della caduta, della pienezza di vita e della paura della morte...