Da un’idea di Vittorio Sgarbi. A cura di Beatrice Avanzi e Roberta D’Adda. In collaborazione con Fondazione Brescia Musei.
Con una selezione di circa settanta opere e documenti, provenienti principalmente dalla Fondazione Brescia Musei e dalle Collezioni del Mart, l'esposizione ripercorre le tappe della breve carriera artistica di Romolo Romani (1884 - 1916): il precoce esordio come caricaturista nei primissimi anni del Novecento; l'originale sintesi tra Simbolismo ed Espressionismo, influenzata dall'arte del Nord Europa; la sperimentazione di un linguaggio non figurativo, in anticipo sui più celebri artisti astratti del XX secolo; infine il ritorno a uno stile più tradizionale negli ultimi anni della sua vita.
Tra i firmatari del primo "Manifesto dei pittori futuristi" (1910), gruppo da cui poi si allontanò, Romani si dedicò a una produzione prevalentemente grafica caratterizzata da volti grotteschi che affiorano tra strutture geometriche, espressione di stati d'animo. L'interesse per l'occultismo e la volontà di indagare fenomeni naturali evocando sensazioni e suoni interiori lo portarono sulla via dell'astrazione, di cui fu uno dei precursori in Europa. All'ultimo periodo è riconducibile il ritorno alla figurazione, con una serie di ritratti e manifesti di grande forza espressiva.
Informazioni:
www.mart.tn.it
Evento segnalato da Mart