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Accordo di collaborazione tra musei ecclesiastici italiani e Ministero dei Beni Culturali

Notizia segnalata da Museo Diocesano Tridentino
L'iniziativa è partita dal Museo Diocesano di Trento

I MUSEI ECCLESIASTICI RICONOSCIUTI PARTE INTEGRANTE DEL PATRIMONIO STORICO, ARTISTO E CULTURALE DEL NOSTRO PAESE E DEL SUO SISTEMA DI TUTELA E VALORIZZAZIONE.
Oggi a Roma la firma dell’accordo di collaborazione tra il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e AMEI, l’Associazione dei Musei Ecclesiastici Italiani.

Roma, 26 ottobre 2016 – Oggi, presso la sede del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, alla presenza del Ministro On. Dario Franceschini, del Direttore dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali e l’Edilizia di Culto Don Valerio Pennasso, del Direttore dei Musei Dott. Ugo Soragni e della Presidente Amei Arch. Domenica Primerano, è stato firmato l’accordo di collaborazione che sigla il riconoscimento dei Musei Ecclesiastici come categoria distinta e autonoma, attestandone il ruolo nel sistema di tutela e valorizzazione del patrimonio italiano, nonché in ambito culturale e sociale.  

Tale accordo valorizza la specificità dei Musei Ecclesiastici, una realtà diffusa capillarmente in tutta Italia, connotata da una medesima mission ma fino ad ora genericamente assimilata ai Musei di interesse locale. L’accordo di collaborazione con il Mibact pone le basi per la definizione di azioni programmatiche e strategiche condivise, finalizzate ad ottimizzare fruizione e gestione dei Musei ecclesiastici, a potenziarne la rete, a valorizzarli, promuoverli, comunicarli. L'accordo è inoltre finalizzato a:
- favorire progetti culturali mirati a promuovere efficaci attività di tutela, conservazione, ricerca, valorizzazione e di ottimizzazione della fruibilità del patrimonio culturale custodito dai Musei ecclesiastici;
- incentivare gli investimenti nel patrimonio culturale religioso in quanto parte integrante del patrimonio culturale nazionale;
- porre in essere iniziative tese a mettere a sistema le azioni per un’adeguata gestione e per la salvaguardia del patrimonio culturale dei Musei ecclesiastici al fine di un loro progressivo allineamento agli standard nazionali e internazionali di qualità;
- dare impulso all’aggiornamento e all’implementazione del database dell’anagrafica dei Musei ecclesiastici, facendolo confluire nella banca dati dei musei italiani curata dal Mibact.

I Musei Ecclesiastici da parte loro si impegnano a favorire attivamente l’integrazione ai futuri sistemi museali nazionali e regionali previsti dalla riforma del MIBACT promossa dal Ministro Franceschini.

«Grazie all’accordo siglato oggi – ha dichiarato il Ministro Franceschini – prende il via un importante progetto di collaborazione tra la rete dei musei statali e quelli ecclesiastici finalizzato a valorizzare e rendere ancora più fruibile un patrimonio di importanza enorme per il valore storico e artistico delle collezioni che vi sono conservate”. “Questa collaborazione – ha ricordato ancora Franceschini - permetterà di sperimentare forme innovative di promozione e integrazione di tutto il sistema museale nazionale».

Come dichiara Don Valerio Pennasso Direttore dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali e l’Edilizia di Culto «I Musei Ecclesiastici in Italia svolgono un grande ruolo di testimonianza del ricco patrimonio delle comunità locali. Salvaguardano non soltanto l’integrità degli oggetti e delle opere, ma li mettono nella condizione di raccontare la storia delle stesse comunità, ne tratteggiano il volto, rappresentano una mano tesa per un dialogo per tutti. Il riconoscimento del ruolo che AMEI svolge nel raccordo fra gli Istituti museali, la formazione del personale, la valorizzazione del patrimonio e tutte le azioni che favoriscono la loro crescita, rappresenta un’ulteriore possibilità di intessere relazioni stabili con i poli museali locali, le regioni, gli enti pubblici e privati, i Musei italiani in generale. Il lavoro di 20 anni di associazionismo apre prospettive di futuro sviluppo, perché i Musei possano sempre più diventare mediatori culturali, spazi aperti di cultura, luoghi di incontro, strumenti di collaborazione con tutte le realtà culturali del territorio a servizio dei cittadini».

Si tratta di un importante traguardo per AMEI che da 20 anni riunisce e coordina l’attività di oltre 200 musei ecclesiastici diffusi su tutto il territorio nazionale. L'accordo valorizza una porzione rilevante del patrimonio museale italiano: bisogna infatti ricordare che dei 4588 musei e istituti simili (dati ISTAT 2011) presenti in Italia il 20% è costituito da musei ecclesiastici che, per altro, costituiscono il comparto più numeroso (il 28,1%) degli istituti museali privati. Sono numeri che non si possono certo trascurare quando si parla di arte nel Bel Paese.
L'accordo contribuirà ad avvicinare il pubblico a una realtà fortemente penalizzata da un diffuso pregiudizio che vede accomunare questi musei a sacrestie polverose, dove si conservano solo beni legati alla liturgia. In realtà oggi parecchi musei ecclesiastici, ospitati per lo più in edifici monumentali particolarmente suggestivi, sono allestiti con criteri museografici di assoluta attualità; conservano ed espongono opere di grande rilievo sotto il profilo storico artistico, propongono collezioni di differente tipologia attraverso le quali raccontare la storia di un territorio e della sua comunità; progettano iniziative espositive qualificate; attivano percorsi turistico culturali in un costante dialogo tra museo e territorio; propongono attività di ricerca e laboratoriali per la scuola; elaborano progetti di taglio sociale per garantire inclusione e accessibilità.

«Questa iniziativa rappresenta un’altra importante tappa nel processo di creazione del Sistema museale nazionale, che vede la Direzione generale Musei impegnata attraverso la messa in rete dei musei italiani e l’integrazione dei servizi e delle attività museali. Oltre a promuovere il riconoscimento del ruolo e della funzione culturale dei musei ecclesiastici nelle attività di salvaguardia e di valorizzazione dei beni culturali in essi conservati, l’accordo vuole favorire il miglioramento della gestione e della fruizione di quei beni tramite azioni programmatiche volte all’individuazione di linee strategiche e di obiettivi comuni, in grado di permettere la concreta partecipazione della rete dei musei ecclesiastici al Sistema museale nazionale. E’ questo il senso dell’accordo, che rientra pienamente nello spirito di collaborazione già avviata dal Ministero dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo con l’Associazione Nazionale dei Musei Scientifici Italiani e con il Ministero della Difesa per la valorizzazione e la promozione del patrimonio museale scientifico e militare italiano» queste le parole di Ugo Soragni, Direttore Generale Musei. 

«Con questo importante accordo - conclude Domenica Primerano, Presidente dell’Associazione dei Musei Ecclesiastici Italiani - fortemente voluto da AMEI a vent'anni dalla sua fondazione, viene riconosciuto il ruolo svolto dai Musei Ecclesiastici in ambito culturale e sociale e il loro appartenere ad una categoria museale distinta e autonoma. Rivendicare la specificità dei nostri musei non significa isolarli rispetto alla realtà museale italiana, quanto piuttosto proporli come autentica risorsa per il nostro Paese a partire da ciò che li connota, dalla mission che li accomuna. I valori universali che essi trasmettono, il loro impegno nella formazione di una coscienza civica che renda i cittadini consapevoli del loro ruolo di custodi del patrimonio, lo stretto legame con le comunità, la propensione a lavorare sul concetto di 'identità' come elemento di inclusione e non di esclusione, il loro porsi come "zona di contatto" tra culture e fedi diverse, l'impegno a garantire l'accessibilità, fisica e intellettuale, dei propri pubblici, fa di questi musei significativi spazi di crescita, umana e culturale. Ma anche luoghi di riflessione, di ricerca, di avvicinamento alla dimensione spirituale dell'esistenza. L'accordo viene siglato in una fase di svolta per la realtà museale italiana, che la riforma del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha finalmente valorizzato. L'impegno reciproco è quello di contribuire alla creazione di un Sistema museale nazionale 'aperto' che abbatta la storica barriera fra i musei dello Stato, quelli degli Enti territoriali e musei privati e rompa le separazioni interpretative e disciplinari per ricomporre l’unitarietà del patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese».



Pubblicato il 27 ottobre 2016
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