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Il volume "La regione fortezza" di Nicola Fontana

- (Foto da copertina)
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Tra luglio e agosto otto presentazioni tra forti e musei. Il via a Trento lunedì 11 luglio

Il volume di Nicola Fontana “La regione fortezza. Il sistema fortificato del Tirolo: pianificazione, cantieri e militarizzazione del territorio da Francesco I alla Grande Guerra”, pubblicato nelle scorse settimane dal Museo della Guerra di Rovereto, tra luglio e agosto verrà presentato in diverse località della provincia all’interno di “Sentinelle di pietre”, pacchetto di proposte della Provincia di Trento per la valorizzazione e promozione dei forti austro-ungarici della Prima guerra mondiale.

“La regione fortezza” sarà presentato dall’autore lunedì 11 luglio a Trento, alla biblioteca della Fondazione Museo storico del Trentino, in via Torre d’Augusto (ore 17,30); il 15 luglio al Museo Alto Garda di Riva del Garda (ore 17,30); il 6 agosto a forte Pozzacchio a Trambileno (ore 17,30); il 9 agosto al Centro Documentazione di Luserna (ore 17,30); il 13 agosto a Forte Larino nel Chiese (ore 17,30); il 14 agosto al Polo culturale di Vermiglio (ore 17,30); il 19 agosto al Grand Hotel Imperial di Levico Terme (ore 20,30); il 20 agosto al Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo (ore 21).  

Il volume (700 pagine) è il risultato di una ventina d’anni di ricerche in numerosi archivi (e 8 di stesura) da parte di Nicola Fontana, responsabile dell’archivio storico e della biblioteca del Museo della Guerra di Rovereto, già autore di altre pubblicazioni sui forti trentini, socio della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche e tra i fondatori dell’Ősterreichische Gesellschaft Für Festungsforschung di Vienna.

La ricerca si occupa delle opere di fortificazione permanente costruite dall’Impero austro-ungarico nella contea del Tirolo tra la prima metà dell’Ottocento e lo scoppio della Prima guerra mondiale. “Il sistema fortificato tirolese è stato esaminato – riflette l’autore – cercando di svincolarsi da un’interpretazione tradizionale basata sugli aspetti storico-militari e storico-architettonici recuperando invece la dimensione sociale e politica sulla quale i forti hanno inciso in maniera non trascurabile”.

Sulla scorta di questa impostazione, lo studio è articolato in tre parti. Filo conduttore è l’idea del Tirolo come regione-fortezza e la relativa evoluzione nel tempo in rapporto al mutevole scenario geopolitico.

Nella prima parte viene presentato il processo di pianificazione e di costruzione del sistema fortificato tirolese dalle origini, identificate nel periodo immediatamente successivo alla pace di Luneville del febbraio 1801, fino alla mobilitazione generale dell’agosto 1914, scoppio della Grande Guerra.

Nella seconda parte l’autore ha focalizzato la propria attenzione sulla fase esecutiva dei forti, dalla stesura dei progetti alle pratiche di collaudo delle strutture e degli armamenti, attraverso un percorso che ha toccato aspetti quali la mentalità del corpo ufficiali del genio militare asburgico, l’iter burocratico-amministrativo seguito per arrivare ai cantieri militari sotto il profilo delle ricadute sulla società, sulla popolazione e sul territorio.

Nella terza e conclusiva parte, Nicola Fontana ha affrontato il problema del ruolo svolto dalle opere di fortificazione permanente nel processo di militarizzazione del territorio del Tirolo meridionale. A questo fine ha cercato di verificare in quale misura il paesaggio è stato “piegato” alle esigenze militari e con quali ripercussioni sulla società e sull’economia locale.

“Il sistema fortificato tirolese costituì a tutti gli effetti – riassume l’autore – il pilastro dell’idea, sviluppata dai vertici militari asburgici tra il XIX e l’inizio del XX secolo, della regione come fortezza. I forti incisero sulla morfologia del paesaggio e ne condizionarono lo sfruttamento subordinando ogni ragione di natura economica a un criterio razionale di funzionalità delle opere militari. Tali opere svolsero anche una funzione in chiave politica in quanto icona della forza del potere militare asburgico contrapposta alle aspirazione irredentistiche e costituendo infine la principale ragione di tutti i provvedimenti di controllo a tutela del segreto militare assunti fino allo scoppio della Prima guerra mondiale”.  



Pubblicato il 11 luglio 2016
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