Presso la galleria di Erwin Seppi Nazario Zambaldi nel mese che era dedicato alla dea Maia, ritrova nel maiale, nella sua figura di animale sacro e impuro, l'immagine da aprire. La terra, prima della città e dell'identità, la superficie tra sopra e sotto, come la pelle dell'animale si tende tra un dentro e un fuori: derma.
A seguire, con Flavio De Marco in "Deja vu" e Alessio Kogoj in "O".