Vita di Galileo

Evento segnalato da
- (Foto dal sito ufficiale)
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Data: Mer. 12 febbraio 2014
Dove: Auditorium Melotti, Corso Bettini, Rovereto (Tn) 
Orario: ore 20.45 (turno B / Teatro Civile)

Di Bertolt Brecht, con Denis Fontanari e Giuseppe Amato, Riccardo Bellandi, Chiara Benedetti, Giuliano Comin, Paola Mitri, Andrea Pergolesi, Christian Renzicchi, scene e costumi Federica Rigon e Chiara Benedetti, musiche originali Mattia Balboni, regia Riccardo Bellandi.

La Terra, in quanto creazione di Dio, doveva rappresentare il centro di tutto l’universo, pianeta “prescelto” e “superiore” rispetto ad una stella o ad un altro corpo celeste. Questa era la ferrea visione delle cose che imperava nella cultura corrente; e questa insindacabile convinzione, che regalava al genere umano la sicurezza di essere, con la Terra, il centro del disegno divino, inizia a scricchiolare nel momento in cui proprio l’essere umano si pone sul piano del dubbio.

La grandezza dell’uomo alberga nella sua mente: in continua evoluzione, la mente non può essere da nessuno intrappolata entro schemi decisi e cristallizzati nel tempo per motivi culturali, religiosi, morali. Nel momento in cui sorge la sensazione di essere ‘intrappolati’ dentro una prigione inesistente la mente diventa più forte e sente la necessità di scoprire la verità per trovare la via di uscita che porta alla libertà, anche se questo vuol dire correre il rischio di crollare in una crisi esistenziale.

Nell’esaminare l’astrolabio, Brecht fa dire al giovane Andrea: “Ma noi siamo come intrappolati dentro!”; questa semplice esclamazione nasconde in sé tutto il bisogno di conoscenza dell’uomo. E’ in questo preciso momento che esplode il tarlo del ‘dubbio’, momento di feconda crisi che permette di porsi di fronte alle cose con un punto di vista sempre diverso; e solo attraverso questo processo l’uomo trova la sua vera dimensione di essere vivo e libero.
Questa necessità è insita nell’essere umano; e anche se per tempi più o meno lunghi qualcuno sembra riuscire a soffocarla, tornerà alla luce con tutta la forza dirompente che le è propria. E non è solo un problema filosofico, ma soprattutto umano: ecco che diventa ancora più forte la scelta di Brecht di mostrarci il Galileo uomo, con le sue pulsioni, le sue grandezze ma anche le paure, le meschinità; è un ritratto questo che ci permette di sentirci vicini e quest’uomo così grande nella sua dimensione, ma anche così simile a noi. Serve a ricordarci di non dimenticare la forza del dubbio, la scelta di essere liberi.


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