Va in scena venerdì 25 novembre al Centro giovani Cantiere 26 ad Arco «Ex moglie si innamora (da morire) di ex moglie – Allegra barbarie», spettacolo basato sul testo-inchiesta di Betta Cianchini, con la compagnia Ovatta Armata di Roma e la regia di Laura Jacobbi. In scena Francesca Romana e Miceli Picardi. Inizio alle ore 21. La proposta è nell'ambito della minirassegna «Cantiere Teatro», curata dall'associazione LuHa Art SurvivalKit e dedicata ai giovani e al teatro sperimentale d'impegno sociale, per la Stagione di prosa dei Comuni di Riva del Garda, Arco e Nago-Torbole. Lo spettacolo è stato realizzato con il sostegno di Fonderia delle Arti e ha il patrocinio di cooperativa sociale Befree, Digayproject e Imma Battaglia. Audio, luci e video di Lara Panizzi.
«Non nel mio nome», «non con il mio silenzio/assenso» sono i presupposti che danno vita a questo testo/inchiesta dove si parte dalla scoperta dell’omosessualità di una ex moglie e si arriva al femminicidio. Dapprima un monologo ironico e divertente, quasi un «one woman show», che in un crescendo di emozioni rivela quella che senza esitazioni può essere definita una pratica quotidiana, attraverso la quale un marito, un amante, si trasforma in stalker e finisce per sbarazzarsi di sua moglie.
Uno spettacolo che fa sorridere di una etero alle prese con la scoperta del mondo femminile a lei così vicino ma che ora le sembra improvvisamente sensualmente entusiasmante… diventa un dramma. Una ex moglie si innamora di una ex moglie. Le due si incontrano, si scoprono, si piacciono e diventano una nuova coppia. Sono felici. Ma l’ex marito di Maria non ci sta. Inizia a diventare sempre più pesante, da stalker diventa carnefice. Il «cornuto» la felicità della sua ex non la vuole vedere, «nemmeno su cartolina». Tanta ironia e alla fine tanto disorientamento. Perché così è la vita crudele di tante donne uccise. Alcune di loro vivevano una vita normale. Alcune erano felici.
In Italia essere una donna lesbica non è facile, ma è ancor più difficile se la decisione è avvenuta dopo un matrimonio. L’uomo – il maschio italiano – non solo si sente «cornuto» ma l’idea che la propria moglie «se la faccia» con un’altra donna e abbia trovato la sua felicità provoca in lui un fastidio costante e frustrante. Un tarlo continuo nella mente. Ed un pensiero maligno e beffardo lo scuote costantemente. Finché decide di liberarsi della sua ossessione.
Saranno gli spettatori a scrivere il finale, pronunciando una di queste frasi, «non nel mio nome» e «non con il mio silenzio-assenso», in un breve video girato con il proprio telefonino, inviato all’indirizzo email luha.artsurvivalkit@gmail.com. Saranno questi volti che andranno a comporre un unico filmato che sarà caricato su un apposito canale youtube e proiettato alla fine dello spettacolo.