Compagnia Zappalà Danza - Patria

Evento segnalato da
- (Foto di N. Bonazzi)
- (Foto di N. Bonazzi)
Data: Gio. 27 gennaio 2022
Dove: Auditorium Melotti, Corso Bettini, Rovereto (Tn)
Orario: ore 21.00
Note: Info, biglietti e modalità di accesso su www.centrosantachiara.it

InDanza 2021/22.

Compagnia Zappalà Danza: P A T R I A - un bisogno che si sposta / terza tappa del progetto Sudvirus e prologo di Transiti Humanitatis / da un’idea di Nello Calabrò e Roberto Zappalà / coreografie  Roberto Zappalà / danzatori Filippo Domini, Anna Forzutti, Fernando Roldan Ferrer, Silvia Rossi, Joel Walsham, Valeria Zampardi, Erik Zarcone / si ringraziano i danzatori per la preziosa collaborazione alla costruzione / luci e costumi Roberto Zappalà
direttore tecnico Sammy Torrisi / musiche varie (M. Herbert, A. Vivaldi, N. Paganini, L V Beethoven, J. S. Bach, J. Haydn) – effetti sonori Salvo Noto / direttore tecnico: Sammy Torrisi | assistente di produzione: Federica Cincotti / management: Vittorio Stasi | ufficio stampa nazionale: Veronica Pitea | direzione generale: Maria Inguscio / una produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza Centro di Produzione della Danza in collaborazione con Fondazione Nazionale della Danza (Reggio Emilia) / Il progetto Sudvirus è stato realizzato in collaborazione con GoteborgsOperan Danskompani e Civitanova Danza/Amat / con il sostegno di MIC Ministero della Cultura e del Turismo e Regione Siciliana Ass.to al Turismo, Sport e Spettacolo / prima assoluta: 2 maggio 2013  Fonderia/Fondazione Nazionale della Danza.


Concepito nel 2013 con il titolo “Anticorpi”, dal 2017 lo spettacolo cambia in “Patria”. Zappalà vuole così dare peso e rilevanza a quelle situazioni scenico/coreografiche già presenti, e così “rileggere” il concetto di patria alla luce della situazione attuale dove “globalizzazione e immigrazione fanno emergere tutta la fragilità delle democrazie e dei valori liberali, mentre spinte populistiche ne destabilizzano i fondamenti politici e sociali”.

Il linguaggio coreografico si sviluppa in una partitura convulsa e minuziosa con i danzatori della compagnia sul palcoscenico/vetrino che replicano e ritrasmettono l’apparente caoticità di virus microscopici; ma, come nella vita, il caos è organizzato e i danzatori si disperdono e si allontanano da un centro vorticoso per poi ritornarvi alla ricerca di un suolo/approdo che non è soltanto quello interno al palcoscenico ma anche il “soli” di un diritto ingiustamente negato. E, se in laboratorio spesso si utilizzano liquidi di contrasto per meglio scoprire e seguire nuovi percorsi della materia che si intende analizzare, allo stesso modo, in Patria, un preludio di Bach e uno scioglilingua siciliano ripetuto come un mantra si insinuano nel tessuto percussivo/ossessivo della musica elettronica per indicare nuovi percorsi estetici e narrativi. Una creazione sull’appartenenza declinata dal corpo/voce dei danzatori attraverso quelle manifestazioni assolute di appartenenza che sono gli inni; appartenenza che è inclusività e non a caso a quelli nazionali (italiano, francese e inglese) si contrappone l’Inno alla Gioia della Nona non solo come inno dell’Unione Europea ma soprattutto come espressione universale di fratellanza (“questo bacio vada al mondo intero” dice il testo di Schiller).

Un monito contro la “retorica nazionale” così come un’esortazione allo stare in guardia è lo scioglilingua dialettale, dove anche l’azione apparentemente più banale può avere, in una progressione all’apocalisse tipica delle comiche da due rulli di Laurel e Hardy, delle conseguenze catastrofiche. Un monito che ci riguarda tutti nel nostro agire quotidiano, ed un’esortazione a non dimenticare il finale de “Le città invisibili” di Calvino, sperando di riuscire sempre a distinguere nell’inferno/mondo che ci circonda “quello che inferno non è, e dargli spazio.”

In Patria, rispetto ad Anticorpi, si rafforza così l’aspetto del progetto originario ”Sudvirus” relativo all’appartenenza, trait-d’union con il progetto successivo del coreografo “Transiti Humanitatis”. Un’appartenenza che non è esclusività ma partecipazione, perché “patria” è una parola singolare ma che andrebbe sempre declinata al plurale. Così come “umanità”.

Perché, in qualche modo, siamo tutti esuli e “la patria non è un luogo fisico ma un bisogno che si sposta” ( Richard Sennett – “Lo straniero”).

Informazioni:
www.centrosantachiara.it


Cerchi altri eventi/informazioni?

Filtra gli eventi in calendario tramite il pulsante
+ Filtro agenda.
Consulta la sezione soggetti e luoghi per visionare le programmazioni dettagliate dei singoli inserzionisti.
In Eventi suggeriti e Notizie e comunicati alcuni eventi e contenuti in evidenza.
Vuoi sapere chi siamo, come funziona il servizio o metterti in contatto con noi?: chi siamo, servizi e pubblicità.


Soggetti e luoghi
Consulta l’elenco completo dei nostri inserzionisti nella sezione dedicata


Advertising