Pequod Compagnia / Di Maura Pettorruso / Con Stefano Pietro Detassis / Musiche dal vivo di Andrea Casna (basso e loop station) / Luci Federica Rigon / Una produzione Pequod Compagnia / Con il sostegno della Fondazione Caritro di Trento.
'E' tardi! E' tardi! E' tardi!' gridava affannato il Bianconiglio in Alice nel paese delle meraviglie. 'E' tardi' è l'urlo inascoltato di un'umanità che non ha più tempo. Lo dice la scienza, lo ripete la Natura, gli fanno eco i movimenti green che in tutto il mondo lanciano appelli e guidano manifestazioni. E il teatro è una perfetta cassa di risonanza per lanciare ancora più lontano questo grido d'aiuto. LIKE A ROLLING MEN è un monologo per accogliere e tradurre in narrazione teatrale queste urgenze. Un uomo attende seduto su una panchina in un parco cittadino. A pochi passi dall'ospedale della sua città dove la compagna ha appena partorito. E' sera. I reparti riposano e lui si trova a riflettere su questo bambina che verrà. E' giusto diventare padre oggi? E che padre sarà per lui? Che mondo gli consegnerà?
Un musicista suona indifferente a fianco a lui.
L'uomo si trova a parlargli, a confidarli le sue paure per questa bambina e il suo desiderio di fare qualcosa per lei, e diventare il suo super eroe.
Un dialogo delicato tra ricordi di infanzia, lotte quotidiane, fallimenti e speranze. Dove il futuro del pianeta coincide con il futuro di questa bambina. Dove, mano a mano che il racconto procede, scopriamo quanto le domande della figlia siano il vero motore di pensiero e di cambiamento del padre.
L'idea: Qualcuno si ostina a liquidare i cambiamenti climatici come fake news, ma la gran parte di noi è ben consapevole che se non modifichiamo radicalmente le nostre abitudini l'umanità andrà incontro al rischio dell'estinzione di massa. Lo sappiamo, eppure non riusciamo a crederci. E di conseguenza non riusciamo ad agire. Il problema è che l'emergenza ambientale non è una storia facile da raccontare e, soprattutto, non è una buona storia: non spaventa, non affascina, non coinvolge abbastanza da indurci a cambiare la nostra vita. Per questo rimaniamo indifferenti, o paralizzati: la stessa reazione che suscitò Jan Karsky, il «testimone inascoltato», quando cercò di svelare l'orrore dell'Olocausto e non fu creduto. In tempo di guerra, veniva chiesto ai cittadini di contribuire allo sforzo bellico: ma qual è il confine tra rinuncia e sacrificio, quando in gioco c'è la nostra sopravvivenza, o la sopravvivenza dei nostri figli? E quali sono le rinunce necessarie, adesso, per salvare un mondo ormai trasformato in una immensa fattoria a cielo aperto? Perché "la crisi climatica è anche crisi della nostra capacità di credere". Jonathan Safran Foer E perché "ciascun genitore – non solo a parole, ma con le proprie scelte – possa riuscire a insegnare ai propri figli la differenza tra correre verso la morte, correre per sfuggire alla morte e correre verso la vita". Jonathan Safran Foer
Informazioni complete:
https://www.teatroportland.it
Evento segnalato da Stagione di Caccia 2023