Conferenza online.
Presentazione del poemetto “L’Ora di Pascoli” (FaraEditore – 2020) di Massimo Parolini.
L’Autore dialogherà con Nadia Scappini e Giuseppe Colangelo.
Nel poemetto di Parolini i versi, quasi in un’operazione centonaria, incastonano i versi
pascoliani, e come i castoni fanno con le pietre preziose, svolgono una funzione di servizio, facendoli brillare di un’antica e sempre nuova luce.
Generosità e riconoscenza sono appunto i sentimenti che trapelano dai suoi versi, tanto da regalare al poeta amato – in un gesto di estrema pietas – la possibilità di riunire una volta e per sempre tutta la sua dispersa e tribolata famiglia nella casa scelta, comprata, curata, amata, quella casa che molti di loro non avevano e non avrebbero mai visto. I Pascoli si ritrovano tutti nella Castelvecchio di Parolini: gli adorati genitori, le immancabili sorelle, il buon Falino, il reietto Giuseppe, il fedele cane Gulì. L’immagine ricorda un po’ quella della Tovaglia, soltanto depurata da tutta l’angosciosa malinconia di quel consesso di anime morte che portavano le loro sofferenze intorno alla tavola rimasta apparecchiata durante la notte. Davvero la casa di Castelvecchio è il nord a cui tendono gli aghi di bussole che sono i singoli componenti della famiglia Pascoli. E mentre fuori la natura fa sentire la sua presenza materna e misteriosa, il ritrovarsi è anche un ricomporsi, un riappacificarsi, un rasserenarsi, per cui ognuno – anche quell’anima nera del forse troppo ingiustamente bistrattato Peppino – trova la sua dimensione di equilibrio con se stesso e con gli alt
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