ALESSANDRO DUCOLI in concerto. Al pianoforte Valerio Gaffurini.
Il Ducoli nasce l’1 ottobre 1971 a Breno (Brescia). Conduce un’infanzia e un’adolescenza decisamente ordinari tra scuola, calcio e altro. Due sorelle maggiori lo costringono all’ascolto reiterato di tutta la peggiore musica melodico-romantica italiana degli anni ’70, ma a metà degli anni ‘80 decide di salvarsi la vita acquistando un proprio Walkman.
Trasferitosi a Padova per conseguire al laurea in Scienze Forestali, inizia ad avvicinarsi alla chitarra guidato dal maestro Davide Coslovich, e scrive le sue prime canzoni.
Lolita del' 96 è il suo primo album da solista a cui seguono S.Marco (1999) e Cercatori d'oro (2000) in collaborazione con il chitarrista Nicola Bonetti e con lo pseudonimo di Bacco il Matto.
Nel frattempo continua il lavoro da solista e pubblica Malaspina (1999) e Anche io non posso entrare (2001). Nel 2001 dà vita al progetto La Banda del Ducoli con cui produce Taverne, stamberghe, caverne (2003). Nel 2006 esce con un nuovo album, Brumantica, che vede la partecipazione di alcuni tra i più riconosciuti jazzisti italiani: Ellade Bandini, Ares Tavolazzi, Alessandro Galati, Fabrizio Bosso, Sandro Gibellini e Tino Tracanna.
E' del 2008 il suo sesto album da solista Artemisia Absinthium e il cofanetto Quando si tagliava la coda ai cani con versioni rimasterizzate di precedenti album. Nel febbraio del 2010 esce Piccoli animaletti. Il disco è dedicato al pittore Antonio Ligabue. Seguono le uscite di Sandropiteco e Lo sbarco in Lombardia (quest’ultimo interamente dedicato alla sua carriera di giovane muratore negli anni 80-90 dell’edilizia bresciana).
DIVANOMACHIA
Alessandro Ducoli, nel sempre più consolidato ruolo di discepolo devoto alle forme del “teatro canzone”, presenta a Montagneracconta, in particolare, i brani del suo ultimo lavoro discografico: Divanomachia.
Il concerto, tra istrioniche “Lezioni pratiche di sopravvivenza domestica” e brani del nuovo album, proporrà anche alcuni classici della sua ormai quasi ventennale carriera di assoluto e orgoglioso capofila della musica indipendente italiana.
Ad accompagnarlo ci sarà il suo migliore compagno di viaggio, Valerio Gaffurini (pianoforte).
Per farvi capire quanto sia difficile parlare della sua musica con lui, vi riporto la lettera di “non-presentazione” del disco: “Ciao Dutchman, grazie per la barca e per il bonifico. Ti mando il mio nuovo disco, fammi la recensione. Non scrivere le tue solite minchiate, scrivi che si tratta di un capolavoro, che ho ancora troppi di debiti. Nel complesso sto bene, mi rubano ancora un sacco di idee, ma sono contento ugualmente...P.S. Non stare a perdere tempo per venire in Italia. Vengo io, appena posso. Anche perché qui è tutto un disastro. La gente è così rincoglionita che le allergie hanno superato le sinergie. Ci sono così tanti pirla allergici a qualche cosa che persino la convivenza da cazzeggio sembra essere a rischio. Vengo io a Lisbona, appena mi libero dai debiti.”
Il suo nuovo lavoro discografico è interessante non solo per il livello delle canzoni e per la buona riuscita tecnica dei suoni, ma soprattutto perché ancora una volta ha saputo rinnovarsi. L'approccio lirico appare sempre più elevato e, mai come prima, le canzoni sono decisamente spiazzanti. Insomma: un Ducoli che non ti aspetteresti. Per come la vedo io, pare abbia definitivamente deciso di rinchiudersi all'interno delle mura domestiche (penso che non sia un male per molti, ma soprattutto per lui…) e da lì navigare a bordo del suo divano verso tutte le latitudini che la mente possa raggiungere. Ma attenzione… non aspettatevi l'ennesimo autore con sindrome di Peter Pan: le rotte del Ducoli appaiono assolutamente adulte, audacemente imprevedibili. Le sue nuove canzoni sono un misto di guerra di sangue, sentimento e vita, ognuna raccontata stando chiuso dentro un appartamento, senza necessariamente guardare fuori dalla finestra...Questo album, ancora una volta, testimonia come il Ducoli sia un vero e proprio caso italiano: sempre più dimenticato da tutta la stampa che conta e dai “grandi” architetti dello showbiz. Ma questa volta, mai come prima, appare teneramente lontano da tutto, quasi che non gli freghi nulla che la gente ascolti o no le sue canzoni. Se avete occasione di farlo, cominciate pure da questo bellissimo Divanomachia, ma non trascurate nessun altro dei suoi lavori precedenti.
Bravo Ducoli, sia mai che il tuo divano attracchi anche al porto di Lisbona. Ho una bevuta da offrirti.
(Maximilian Dutchman. Lisbona, 28 dicembre 2014)