Concerto con: Santo Albertini, armonica a bocca ed Edoardo Bruni, pianoforte.
Un programma con musiche di autori classici (Bach, Vivaldi, Marcello, Schubert, Beethoven, Gounod, Massenet, Saint-Saens, Sarasate, Tarrega, De Falla, Kachaturian, Bruni, Offenbach, Satie, Fauré, Debussy…) e moderni (Gershwin, Morricone, Piazzolla, Weill…). E’ ormai molto raro ascoltare in concerto l’armonica a bocca. Le potenzialità di questo strumento sono enormi e forse maggiori di molti altri strumenti a fiato: per citare solo alcune sue caratteristiche, basti ricordare che l’estensione supera le quattro ottave, il suono è prodotto sia espirando che inspirando, è possibile eseguire note doppie ed accordi, esistono diversi tipi di vibrato e numerosi effetti timbrici particolari (glissando, mandolino, trillo con registro…). L’armonica a bocca ha origine da uno strumento molto antico risalente a più di 3000 anni fa, che si suonava e si suona ancora in estremo oriente: l’organo a bocca orientale. L’organo a bocca occidentale, o armonica, appare solo agli inizi del XIX secolo e inizia la sua diffusione in tutto il mondo alla fine dello stesso secolo. L’armonica più conosciuta è quella diatonica, facile da suonare perché limitata ad una specifica tonalità. Il vero e proprio strumento completo è invece l’armonica cromatica, che permette l’esecuzione di qualsiasi brano musicale grazie alla sua eccezionale estensione ed alla possibilità (assente nell’armonica diatonica) di eseguire tutte le dodici note della scala cromatica.
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