Marco Dalpane, pianoforte.
P. Glass: Wichita Vortex Sutra / W. Duckworth: The Time Curve Preludes n. 1 / N. Muhly: A Hudson Cycle / D. Lang: Wed / T. Riley: Persian Surgery Dervishes / H. Otte: The Book of Sounds n. 2 / Radiohead/arr. M. Dalpane: Pyramid Song, Everything in Its Right Place / S. ten Holt: Natalon in E – I Sostenuto.
Extatic piano: musiche accomunate dalla ricerca di una dimensione temporale che sfugge alla linearità e alla consequenzialità che caratterizzano la tradizione occidentale. La concezione del tempo musicale qui proposta abbraccia molti presupposti dell’estetica orientale; il tempo diviene circolare, fatto di istanti compresenti e in eterno mutamento.
Un percorso con compositori che non hanno accettato le premesse teoriche e le conseguenze pratiche da cui il serialismo è scaturito, ricercando, in vario modo, il ritorno a un certo grado di “semplicità”. Restaurazione, in un certo senso, ma solo nell’accezione di un rifiuto a considerare il percorso della musica come un cammino verso un ipotetico progresso. L’ascolto si ripropone come esperienza dell’ineffabile, impossibile da descrivere in modo coerente. Attraverso la musica talvolta raggiungiamo un grado di introspezione e di conoscenza inattingibili per altra via.
Più che altrove la musica diviene qui poetica dell’esperienza, prassi il cui significato si svela nel praticarla, nell’usarla.
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