Seguendo una prassi ormai consolidata anche la 54ma edizione del Festival regionale di Musica Sacra prevede un nucleo di appuntamenti destinati ai due capoluoghi di Bolzano e Trento: cinque produzioni per 10 concerti che considerano, in primis, gli importanti anniversari di Pierluigi da Palestrina e Alessandro Scarlatti, affidati alla cura del celebre Odechaton Ensemble, con una rara Messa “alla Palestrina” del compositore siciliano. A breve distanza sarà l’Orchestra Barocca di Bologna assieme al coro “La stagione armonica” a regalare le spettacolari intonazioni di Vivaldi ed Haendel sul testo del Dixit Dominus e ancora alla ribalta il “prete rosso” sull’altare del suo Nisi Dominus, per festeggiare la new entry dell’Orchestra Barocca del Sudtirolo, conferma di risorse territoriali ormai lanciate anche nel territorio delle letture filologiche. Classica invece l’Accademia d’archi di Bolzano con “Le sette parole di Cristo sulla Croce” di F. J. Haydn in una versione per archi e quartetto vocale: un capolavoro confermato proprio dalle diverse letture disposte dallo stesso autore. Chiude il capitolo l’Orchestra Haydn con il grandioso affresco sinfonico-vocale dello Stabat Mater di Antonin Dvorak, romantica espressione di un sentimento individuale, macerato dal dolore delle perdite famigliari vissute dal compositore. Ancora il tema doloroso della Passione, con la proposta dei responsori di Michael Haydn, apre la rassegna sul versante trentino. Una nicchia dedicata agli anniversari di Albert Schweizer segue subito dopo, coinvolgendo studenti delle classi d’organo cittadine. Piccoli motetti a cappella, commissionati a giovanissimi compositori infiocchettano primizie consistenti, come le prime esecuzioni in omaggio a compositori come Gennaro Astarita e Renato Dionisi, e la prestigiosa prima assoluta di una nuova versione di Del folle amore (Passione secondo Maria) per soprano, coro e orchestra, dedicata “alla madre di Giulio Regeni e a tutte le madri coraggio del mondo”, che il compositore milanese Alessandro Solbiati ha composto sulla lauda “Donna de Paradiso” di Jacopone da Todi; proprio dal mondo della lauda giunge un altrettanto significativo progetto con la prima esecuzione delle melodie quattrocentesche recuperate grazie alla trascrizione e curatela di Eddy Serafini per una parentesi medievale cui ascrivere anche le voci bianche del Coro Garda, con i brani liturgici tratti dal codice di Las Huelgas. Più indietro ancora nel tempo affondano le proprie radici i canti liturgici della tradizione georgiana, presenti in calendario grazie ad una nuova collaborazione con il Museo etnografico di San Michele. Florida la sezione del repertorio sinfonico vocale con la partecipazione dell’Orchestra Calamani di Orvieto, di diverse formazioni vocali trentine – in grazia pure della nuova collaborazione con la Federazione Cori – e di complessi strumentali autoctoni come l’orchestra dei Filarmonici di Trento, la Camerata di Arco, l’Orchestra da camera R. Dionisi. Musiche di sicura resa espressiva provenienti dal grande repertorio: Mozart e Bellini (qui in un progetto dal titolo “L’altra faccia del sacro”, che considera la produzione “teatrale” degli operisti italiani a confronto con l’opposta fazione “ceciliana”). Immancabile l’organo con l’inaugurazione degli strumenti di Arco e di Villalagarina ed un appuntamento ad Avio. Centrale infine per il mese di giugno la solenne celebrazione della messa pontificale per il patrono della città, accolta nel Festival come segno tangibile di adesione al Giubileo della speranza. E come “pellegrini di speranza” – titolo dell’inno giubilare che punteggerà volutamente diversi programmi della rassegna – gli operatori del Festival entreranno anche in carcere, sulle ali di note che possano offrire spiragli di redenzione e rinascita.
Annely Zeni
Il calendario sottostante è in fase di aggiornamento / Tutte le date sono disponibili in www.festivalmusicasacra.eu