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MUSE H2O. Un planetario di rilievo planetario

Notizia segnalata da MUSE - Museo delle Scienze
Render planetario (Foto dal sito ufficiale)
Render planetario (Foto dal sito ufficiale)
Comunicato stampa

MUSE H2O è un planetario composto da tre sfere, una grande, l’Ossigeno, e due più piccole, le due molecole d’Idrogeno, che in planimetria descrivono una grande molecola d’acqua. La sfera grande sarà sede di un teatro digitale con proiezioni sferiche con 80 sedute. Oltre ai temi dell’astronomia, il planetario presenterà un programma di documentari e fiction su temi di natura, ambiente, esplorazione e di cinema sperimentale. Le due sfere più piccole avranno una destinazione multifunzione tra attività educative, di formazione e di esposizione. In particolare questi spazi saranno la vetrina dei risultati della ricerca trentina: qui tutti i settori di ricerca dell’Ateneo di Trento e quelli delle Fondazioni di ricerca FEM e FBK potranno condividere i loro eccellenti traguardi con la comunità locale e il pubblico da fuori provincia e, al contempo, stimolare nei più giovani la passione per la ricerca scientifica e tecnologica.
La caratteristica forma a “molecola d’acqua” del MUSE H2O sarà portatrice di un messaggio “planetario” dal momento che la sua forma verrà rilevata dalle mappe satellitari, divenendo così una rappresentazione fisica dell’identità culturale del MUSE e del Trentino, in termini di attenzione ai temi fondamentali della sostenibilità ambientale. MUSE H2O è dunque un planetario dedicato all’infinità dello spazio e allo stesso tempo alla dimensione finita delle risorse planetarie, con la molecola dell’acqua quale simbolo della risorsa più preziosa, sulla quale si gioca tutto lo scenario del futuro sostenibile dell’umanità.
MUSE H2O sarà realizzato all’interno dell’attuale quadrante nord-est del parco del Palazzo delle Albere. L’apertura è prevista per il prossimo aprile 2019.

Inquadramento: MUSE H2O è un planetario dalla tipica forma sferica che, essendo dotato di tecnologia digitale, permette la proiezione in qualità cinematografica e su tutta l’emisfera di una ricchissima quantità di video appositamente realizzati per queste strutture. Il planetario non si limiterà all’illustrazione del firmamento stellato ma potrà arricchirsi di video e di formati digitali diversi, compreso il formato cinematografico tradizionale, per divenire pertanto uno spazio di proiezione molto versatile. In prima approssimazione, nella programmazione vi saranno proiettati sia i prodotti appositamente predisposti per la proiezione sferica a tema astronomico, scientifico, fiction, sia l’ampia produzione di documentari scientifici e il cinema sperimentale. MUSE H2O sarà inserito nella programmazione educativa del museo e opererà anche per il pubblico generico con un calendario che comprenderà anche proiezioni serali.
Ma la particolarità del MUSE H2O consiste nella connessione tra la grande cupola del planetario con due ulteriori sfere, di più piccole dimensioni, da destinare alla funzione educativa, a piccole mostre e incontri. Queste tre unità sono disposte per rappresentare la più conosciuta delle molecole, quella dell’acqua, con il grande atomo dell’ossigeno che si lega ai due più piccoli atomi di idrogeno secondo un angolo caratteristico (104.5°). Se la cupola Ossigeno sarà prevalentemente dedicata alla proiezione, le due sfere più piccole, gli Idrogeni, in prima applicazione saranno uno spazio destinato a rappresentare e incontrare la ricerca sviluppata dalle istituzioni scientifiche che operano nella Provincia Autonoma di Trento.

La struttura appoggiata al suolo: Per quanto attiene alla sua struttura, le tre sfere che costituiscono il planetario saranno appoggiate al suolo senza strutture di fondazione e saranno collegate da una passerella circolare così da formare una sorta di grande anello di Saturno. Le strutture saranno caratterizzate da due involucri, il più interno sarà costituito da una struttura “geodetica” in legno e snodi metallici pannellata con pareti tipo “Xlam” e questo interno ligneo sarà il contenitore in vista per il frequentatore. L’esterno sarà costituito da una tensostruttura in tessuto plastico tenuto in pressione per creare una forma esterna perfettamente sferica. La grande sfera del planetario, all’interno della struttura in legno, sarà dotata della cupola di proiezione costituita da un apposito materiale riflettente di colore bianco. Il planetario potrà ospitare 77 persone mentre le due sfere più piccole avranno una configurazione variabile adatta per funzionare da spazio educativo/saletta seminari, laboratorio didattico, spazio espositivo e potranno ospitare fino a 30 persone ciascuna.
Mentre durante il giorno le tre sfere appariranno come dei volumi plasmati dalla luce del Sole, di notte il loro aspetto muterà radicalmente e la molecola potrà diventare un triplice schermo, superficie privilegiata dove proiettare rappresentazioni tematiche uniche o molteplici.

Le viste prospettiche sull’intorno: In termini di rapporto con le vedute locali, dall’uscita dal sottopasso, dal corpo centrale del MUSE e dal Palazzo delle Albere, le tre sfere contribuiranno a moderare l’impatto visivo nei confronti delle facciate della Tribuna Sud e di Trento Fiere ma saranno esterne al cono ottico che collega l’uscita dal sottopasso con il Palazzo delle Albere. L’orto delle Albere, realizzato in rapporto alle attività educative e di visita del complesso culturale MUSE – Palazzo delle Albere, sarà riproposto nell’adiacente quadrante nord – ovest. Per esso si prevede una diversa organizzazione, con citazioni relative all’iconografia dello storico Palazzo delle Albere.

Tecnologie di proiezione: Il Planetario del MUSE sarà dotato di tecnologie all’avanguardia che garantiranno un effetto di stupore nello spettatore per molti anni. La modularità e la possibilità di upgrade permetteranno al planetario di stare al passo con i tempi, riducendo al minimo le spese di gestione grazie alla totale assenza di lampade nei proiettori.

La funzione culturale. L’astronomia e il mondo del documentario e della filmografica naturalistico – scientifica, il nuovo cinema sperimentale: La presenza di un planetario è entrato a far parte dell’esperienza culturale del Museo già nella sua precedente sede di via Calepina.  Nei primi cinque anni di attività del Muse, come allora, si è operato mediante un piccolo planetario gonfiabile che conteneva trenta persone e con una qualità di servizio basilare. Tra queste, una qualità di proiezione bassa, l’impossibilità di collocare sedie, assenza di isolamento acustico rispetto al circostante spazio espositivo, l’incompatibilità tra lo spazio dedicato al planetario con le sempre più forti esigenze di disporre di spazio per le attività correnti del Muse. Nonostante la semplicità degli apparati utilizzati e la selezione degli argomenti ristretta alla sola astronomia, il planetario ha sempre riscosso un grande interesse per il pubblico generico e per le scuole. Nei periodi con il planetario allestito le scuole hanno sempre garantito il “tutto prenotato”. La motivazione di ricercare uno spazio meglio strutturato è conseguenza di questo scenario positivo già maturato, ma trova due ulteriori motivazioni.
La prima riguarda complessivamente le richieste di servizi educativi in termini di laboratori didattici che superano sistematicamente la capacità di accoglienza. Si ricorda che il MUSE ha dovuto applicare il numero chiuso rispetto alle richieste del mondo delle scuole con una soglia di circa 210 mila studenti all’anno. Ciò pertanto, la realizzazione del Planetario permette di liberare gli spazi interni dedicati alla stessa funzione mediante il pur meno performante planetario gonfiabile. Gli stessi due Idrogeni saranno destinati a funzioni di laboratorio educativo soprattutto nel periodo primaverile in corrispondenza della grande richiesta di servizi educativi da parte delle scuole. I temi che qui saranno trattati saranno prevalentemente incentrati sulle discipline STE(A)M (Science, Technology, Engeneering, Arts, Maths) coerenti con la funzione prevalente di presentare la ricerca e l’innovazione sviluppata nel territorio a partire da quella delle fondazioni di ricerca trentine e dell’Università, con particolare attenzione alla ricerca e tecnologia orientate allo sviluppo sostenibile.
La seconda motivazione riguarda specificatamente il potenziale comunicativo generato da un planetario di ultima generazione, aggregato a una struttura di divulgazione scientifica e culturale in senso più generale. La nuova generazione di planetari utilizzano tecnologie di proiezione digitale con più proiettori, consentendo di impegnare visivamente tutta la cupola, ovvero l’emisfera osservata dal pubblico, con immagini in qualità cinematografica. I nuovi planetari permettono di affrontare il tema dell’astronomia mediante delle vere e proprie situazioni cinematografiche, con storie e narrazioni visive che comprendono sia la proiezione del sistema stellato sia immagini dal vero o di finzione. Questo potenziale permette di andare oltre al tema dell’astronomia con una serie sempre più ricca di documentari su temi scientifici e naturalistici, che rendono il planetario uno strumento di comunicazione e di intrattenimento scientifico molto apprezzato dai diversi pubblici. Da segnalare una crescente produzione di fiction scientifica che permette di trattare i planetari come vere e proprie sale cinematografiche.
Non solo. Oltre alle produzioni cinematografiche appositamente predisposte per la proiezione sferica, nei planetari possono essere proiettati anche i documentari o la produzione filmica tradizionale. Grazie al trattamento digitale dell’immagine, anche questi prodotti filmici possono esser proiettati andando a disegnare una sorta di grande “cinemascope”, comunque assai attrattivo. Questa possibilità apre ad un uso assai diversificato del planetario, con tuto un potenziale di temi che potrebbero trasformare il planetario stesso in un ottima location tipo Cinema d’essai su scienza, natura, ricerca ed esplorazione. A questo proposito sono in corso assai promettenti contatti con le organizzazioni dei Filmfestival che si tengono in Provincia di Trento per avviare con loro una collaborazione strutturata e di lungo periodo. Facile pensare infine che lo “spettacolo” al planetario potrà diventare una elemento a corollario alla visita e una naturale conclusione della giornata passata al Muse, oppure essere utilizzato proprio per gestire i sovra afflusso di visitatori che soventemente genera code all’ingresso del Muse.
Infine, proprio la versatilità offerta dalle tecnologie digitali, vi è spazio per pensare al planetario come luogo per cinematografie specifiche come il cinema sperimentale o di “nicchia” per nuovi pubblici tra i quali vi è sicuramente la popolazione universitaria che già frequenta il quartiere per via della BUC. Vi è infine la possibilità di promuovere la produzione stessa di cinematografia dedicata, un settore che presenta interessanti sbocchi economici considerato l’oramai consistente mercato internazionale costituito dai planetari digitali. Un settore assolutamente nuovo che potrebbe trovare sperimentazione è la produzione digitale in “real time” direttamente prodotta dal pubblico. Si pensi ad ambienti digitali immersi “costruiti”, ovvero disegnati sui tablet direttamente dai giovanissimi frequentatori e le attività di storytelling da sviluppare proprio nell’ambito di queste ambientazioni digitali. Davvero nuovi scenari per una pedagogia aperta alla sperimentazione digitale.

Il programma di attività: Le attività proposte al planetario posso essere divise in diverse categorie, da inserire in un programma differenziato per target di interesse e stagionalità.
Se gli argomenti tradizionali, con carattere educativo, proposti al planetario sono quelli relativi alla scienza astronomica, grazie alla disponibilità di moltissimo materiale multimediale, sarà possibile estendere i temi educativi a tutte le scienze naturali che trovano abitualmente spazio al Muse. Ad esempio, dopo una visita e un laboratorio di geologia svolto al Muse, si potrà visitare il planetario per un viaggio al centro della Terra e nel mondo dei vulcani; la visita guidata al piano -1 delle sale potrà proseguire con un documentario sui dinosauri; un’attività sulla genetica potrà essere approfondita al planetario con un viaggio virtuale nel DNA.
Per il pubblico più generale il planetario potrà essere il luogo dedicato alla proiezione su temi che riguardano l’astronomia e il grande insieme costituito dai documentari, così come un luogo speciale per incontri, conferenze, spettacolo dal vivo, cinema sperimentale. In orario serale e in collegamento con il programma del planetario potranno essere fatte delle osservazioni astronomiche all’esterno. Si valuti che nell’area del prato delle Albere, così come nel limitrofo parco del quartiere delle Albere, potranno essere collocate delle strutture a tema come delle meridiane o altre installazioni a tema astronomico. Si intende che, in compatibilità con la funzione pubblica, il planetario potrà essere prenotato anche per attività private e corporate per conferenze, corsi, seminari, presentazioni di aziende, enti e istituzioni.
Gli orari di apertura per il pubblico saranno modulati in base alla stagionalità e il giorno della settimana: durante l’anno scolastico vi sarà una più chiara distinzione tra proiezioni legate alle attività educative e le proiezioni serali o del fine settimana. La durata delle proiezioni sarà variabile a seconda della funzione.
La stima prudenziale del numero dei visitatori porta a circa 100 mila visitatori all’anno. Tra questi per la gran parte saranno visitatori del MUSE che sceglieranno di arricchire l’esperienza di visita al Museo. Dalle indagini sui visitatori si sa che oltre 75% dei visitatori proviene da fuori provincia e che per la maggior parte la visita al MUSE costituisce la ragione prima della visita. Così stando le cosi il planetario si candida a divenire una gradita estensione dell’esperienza di visita.
Muse H2O potrà avvalersi del consistente e collaudato sistema gestionale e amministrativo del MUSE. Le attività educative saranno svolte dal personale educatore del museo così come e attività di assistenza. Tuttavia si valuteranno con attenzione delle azioni di PPP (Private Public Partnership) per quanto riguarda la gestione tecnologica e le attività per il pubblico generico, la ricerca di mercato e l’organizzazione di funzioni cinematografiche d’essaie.



Pubblicato il 28 luglio 2018
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