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Heidi: a Casa degli Artisti l'icona pop della montagna

Notizia segnalata da Comune di Riva del Garda
- (Foto dal sito ufficiale)
Comunicato stampa

C'erano anche molti bambini ma più numerosi e più commossi erano gli ex bambini degli anni Ottanta, domenica 23 settembre all'inaugurazione della mostra «Heidi. Un'icona pop della montagna», allestita alla Casa degli Artisti «Giacomo Vittone» a Canale di Tenno per i quarant’anni dall’uscita italiana della serie animata che consacrò il personaggio ideato nel 1880 da Johanna Spyri come icona pop mondiale. La mostra, curata da Roberta Bonazza, è aperta alla visita dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18 (lunedì chiuso) fino al 21 ottobre con ingresso libero.

Era il settembre del 1978 quando i ragazzi e le ragazze italiani tornarono sui banchi di scuola con nello sguardo un nuovo personaggio televisivo che li aveva inchiodati davanti allo schermo: una bambina che a cinque anni la zia Dete portò a vivere sulle Alpi svizzere col nonno e il piccolo pastore Peter. Heidi è entrata nell'immaginario collettivo di tutto il mondo grazie alla fortuna del romanzo di Johanna Spyri, uscito nel 1880, ed è stata consacrata come icona pop dalla serie animata di Isao Takahata, uno dei registi più importanti e apprezzati del cinema d'animazione insieme a Hayao Miyazaki (premio Oscar e caracter designer di Heidi), con il quale ha fondato a Tokyo lo studio Ghibli. Per l'Italia ne acquistò i diritti la Rai, che la trasmise nel 1978 (la prima puntata andò in onda il 7 febbraio), producendo quasi in casa (etichetta Fonit Cetra) una sigla che con la voce di Elisabetta Viviani avrebbe viaggiato ben oltre i confini nazionali. Un personaggio che ha attraversato il Novecento con un successo planetario: 50 milioni di copie vendute in 49 Paesi, più versioni al cinema (la più nota quella con Shirley Temple del 1937), una colonna sonora italiana con il testo di Franco Migliacci (l'autore di «Volare») che ha venduto più di un milione di dischi, un francobollo europeo della Posta svizzera e un film in 3D.

A distanza di quarant’anni la Heidi dal ciuffetto castano e dal vestito rosa-rosso che corre lungo i pendii dei monti ha occupato -dal punto di vista iconografico- lo spazio ibrido che la vedeva di volta in volta diversa nelle tante edizioni letterarie. Per tante persone Heidi è solo lei, ma dall'uscita del romanzo nel 1880 (privo di illustrazioni) alle serie animata degli anni Settanta del Novecento la piccola Heidi dalle guance rosse ha cambiato molti volti, se consideriamo che l'anime (serie animata uscita in Giappone nel gennaio del 1974 e in Italia nel febbraio 1978) è una delle tante creazioni figurative della «bimba col viso rosso come un papavero», come scrive testualmente nel 1880 Johanna Spiry. Il personaggio di Heidi è noto al mondo intero, tutti conoscono la storia della piccola orfanella cresciuta dal nonno, ma non tutti conoscono la sua storia figurativa. Il volto e l'espressione di questa piccola pioniera dei monti sono stati interpretati di volta in volta in base alle scelte dei tanti editori che nel mondo ne hanno pubblicato il romanzo. È curioso sapere che la prima edizione del romanzo non era illustrata, e che solo nell'edizione del 1881 appaiono tre incisioni su legno, del tedesco Wilhelm Pfeiffer, nelle quali Heidi ha i capelli ricci e scuri e il nonno porta il tradizionale costume bavarese. Il romanzo, scritto in tedesco dalla Spyri, fu tradotto in francese nel 1883 e in inglese nel 1885, e da allora divenne popolarissimo in tutto il mondo, proponendo di volta in volta una Heidi dai tratti diversi: bionda con i boccoli, bruna con le trecce, rossa con i ricci. Isao Takahata, con rigore e freschezza, consacra il volto di Heidi che tutti lo conosciamo e fa entrare la piccola montanara, saltellando e facendo le capriole, nelle case e nell'immaginario collettivo di milioni di telespettatori.

La mostra è suddivisa in più parti. Una riguarda il romanzo di Johanna Spyri, del quale sono esposte una trentina di edizioni, tra cui la prima illustrata tedesca (del 1881), francese (del 1882) e americana (del 1884). Una parte è dedicata ai diversi volti letterari di Heidi, tratti dalle illustrazioni originali di una trentina di edizioni italiane e straniere. Poi c’è la Heidi al cinema, con i manifesti originali di alcuni dei più importanti film, tra cui «Zoccoletti olandesi» di Allan Dwan (1937) con Shirley Temple, «Son tornata per te» di Luigi Comencini (1952) con Elsbeth Sigmund, fino al recente «Heidi» di Alain Gsponer (2015) con Anuk Steffen. Quindi la mostra propone i luoghi della montagna di Heidi, con una serie di illustrazioni, per arrivare alla Heidi televisiva, con rari manifesti originali (tra cui quello dell’uscita giapponese del 1974 e quello dell’uscita italiana del 1978), locandine e vinili.

Parallelamente il Gruppo Amici dell'Arte di Riva del Garda ha dialogato con il tema della mostra proponendo nella sala degli avvolti di Casa degli Artisti una mostra collettiva di pittura dal titolo «Vita e silenzi della montagna», che propone linguaggi e visioni diversi della montagna. Una sezione speciale è dedicata al lavoro fatto per l’occasione dagli Amici dell'Arte con l'associazione Arco Giovani, che espone quattro grandi opere dal titolo «Una montagna di colori».

Inoltre, per approfondire e articolare la visione mitica e idealizzata della montagna di Heidi e di come la montagna è raccontata oggi, sabato 6 ottobre ci sarà un incontro con lo studioso delle Alpi Annibale Salsa e con il direttore della rivista Meridiani Montagne Marco Albino Ferrari.

La Casa degli Artisti «Giacomo Vittone» è gestita dai Comuni di Arco, Riva del Garda e Tenno, quest’ultimo ente capofila.



Pubblicato il 24 settembre 2018
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