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«Verso la luce»: un successo già l'inaugurazione

Notizia segnalata da Comune di Arco
- (Foto dal sito ufficiale)
[Comune di Arco / Comunicato stampa / Domenica, 13 Novembre 2022]

Un auditorium di Palazzo dei Panni gremito di pubblico ha accolto, nella serata di sabato 12 novembre, la conferenza di inaugurazione della nuova mostra della galleria civica di Arco «Verso la luce. Giovanni Segantini, dalla maniera scura alla pittura in chiaro».

Al tavolo dei relatori c’era il curatore, il dott. Niccolò D’Agati, con il sindaco Alessandro Betta, l’assessore alla cultura Guido Trebo e la responsabile dell’Ufficio attività culturali Giancarla Tognoni. In sala, con il pubblico degli appassionati e di chi ha voluto esserci a un evento così importante, tantissimi rappresentanti dell’amministrazione pubblica e delle istituzioni culturali di tutto il Trentino.

Dopo il benvenuto e i ringraziamenti di Tognoni, l’assessore Trebo ha sottolineato come questa importante mostra si inserisca dentro un percorso avviato dal Comune di Arco ormai da diversi anni con l’obiettivo di valorizzare la figura di Segantini in rapporto al suo luogo natale, percorso che comprende anche una precisa strategia in tema di acquisizione di opere. «Questa mostra -ha detto l’assessore- è un preciso tassello all’interno di un mosaico più ampio. Come un quadro divisionista, è una grande macchia di colore che compone un disegno chiaro». Dopo aver ringraziato il curatore dell’eccellente lavoro svolto, l’assessore Trebo ha messo in rapporto la mostra anche con il concetto di identità del Trentino, essendo dedicata a un pittore di origine arcense, e di valorizzazione dell’arte e della cultura trentine.

Il dott. D’Agati ha illustrato il carattere peculiare di questa mostra e del relativo progetto di ricerca: ripercorrere il passaggio di Segantini «dalla maniera scura alla pittura in chiaro», com’è sintetizzato nel sottotitolo. «L’idea di Segantini come pittore scuro non è molto familiare al grande pubblico -ha spiegato- e in questa mostra descriviamo proprio come lui sia diventato l’artista della luce e dei colori che conosciamo, partendo da una pittura scura. La mostra è organizzata su tre sale che partono dalla vicenda milanese del 79-80, quando Segantini inizia a formarsi a Milano, adottando gli stilismi pittorici propri della cultura figurativa lombarda di quel periodo; in particolare l’intonazione, che implicava toni scuri. Quando dal 1881 Segantini è in Brianza, continua con questo linguaggio, e la seconda sala ne dà conto. Il linguaggio è legato a quello che viene definito un vero e proprio poema biblico, al centro la vita pastorale, dove prevalgono le intonazioni basse. Infine, ecco che dal 1883 Segantini inizia a mutare linguaggio. Questo avviene grazie al suo mentore e maestro, Vittore Grubicy de Dragon, che lo sollecita a passare alla luce più chiara, non solo perché è la tendenza che già si inizia a intravedere, ma anche perché più richiesta dal mercato. Grubicy indirizza Segantini verso il segno del moderno per come lo intende lui, in cui l’obiettivo è rendere la verità della visione e non della realtà, focalizzando l’attenzione su come i colori e la luce risultano a livello complessivo. È così che Segantini cambia radicalmente la sua maniera di dipingere, e la poesia dell’oscurità diventa la poesia della luce. La primissima opera che incarna questo passaggio è “A messa prima”, della quale siamo riusciti a mettere insieme nella stessa sala quasi l’intero percorso: lo “Studio di architettura con prete”, lo “Studio di scalinata” di Coira e “A messa ultima”, opera acquisita dal Comune, che rappresenta il punto di arrivo della serie. Questa composizione espositiva permette di verificare quello che è l’evento centrale: la transizione per la quale nella pittura la poesia e l’emotività non passano più da ciò che è rappresentato in termini narrativi ma da quello che è il potere poetico ed evocativo del colore e della luce».

D’Agati ha ringraziato il prof. Gianluca Poldi, le cui indagini non invasive hanno portato a nuove evidenze sulla storia e sulla realizzazione dei dipinti, che saranno illustrate nel catalogo, in pubblicazione a dicembre. In mostra anche documenti e materiali archivistici e fotografici, con un approfondimento sulle tecniche e sulla storia dei dipinti.

Il curatore ha segnalato come l’esposizione realizzata nell’ultima sala, quella dedicata al dipinto “A messa prima”, dopo la mostra di Arco sarà replicata al Segantini Museum di St. Moritz.

Quindi il saluto del sindaco Alessandro Betta, che si è detto positivamente stupito dalla massiccia presenza di pubblico proveniente da tutto il Trentino e ha ringraziato l’assessore Trebo di quanto realizzato, raccogliendo al meglio il testimone del programma culturale dell’amministrazione comunale di Arco, centrato sulla valorizzazione della figura di Segantini. «È davvero una grande emozione -ha detto il sindaco- poter vedere queste opere bellissime, importanti e celebri di Segantini nella città in cui è nato. Ai visitatori auguro di trovare le emozioni per le quali verranno qui in visita».

A seguire la visita alla mostra, che rimarrà aperta fino al 29 gennaio 2023, da martedì a domenica della ore 10 alle ore 18 (lunedì chiuso), con chiusure straordinarie il 24, il 25, il 26 e il 31 dicembre nonché il 1° gennaio.

Si ricorda che in mostra ad Arco è possibile ammirare anche “La falconiera” e "La raccolta dei bozzoli", tele del periodo milanese di grandissima importanza nella pittura segantiniana, provenienti rispettivamente dal Musei Civici di Pavia e dalle Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo, che finora mai si sono potute vedere ad Arco. Dello stesso periodo anche il quadro “Il Campanaro”, in mostra grazie alla disponibilità al prestito del Mart, Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Esposte, poi, numerose opere provenienti da diverse collezioni private nazionali, molte delle quali -come il bellissimo “Interno con frate” o “Il naviglio sotto la neve”- inedite per il Trentino. In tutto sono esposte trenta opere (25 dipinti e cinque disegni), dieci documenti (stampe, fotoriproduzioni, lettere e simili), cinque cataloghi di primo Novecento e vario materiale documentario. La provenienza: Segantini Museum di St. Moritz (Svizzera), collezione della Fondazione Otto Fischbacher, dal Museo d'Arte dei Grigioni, Coira Bündner Kunstmuseum, Chur (Svizzera), Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Musei Civici di Pavia, collezione di Intesa San Paolo - Gallerie d'Italia, Archivio Pompeo Mariani (Milano), Bottegantica (Milano) e collezioni private.

Informazioni:
segantiniearco.it

Leggi tutto:
https://www.comune.arco.tn.it



Pubblicato il 18 novembre 2022
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