Progetto, regia e coreografia: Michele Abbondanza e Antonella Bertoni.
Coreografia in collaborazione con i danzatori: Marco Bissoli, Nicola Simone Cisternino, Cristian Cucco, Nicolas Grimaldi Capitello.
Musiche: Charles Mingus ( Pithecanthropus Erectus ).
Disegno luci: Andrea Gentili.
Regia video: Sebastiano Luca Insinga.
Realizzazione video: Jump Cut.
Lo spettacolo contiene scene di nudo.
Durata 60’.
La storica compagnia Abbondanza/Bertoni, da anni residente a Rovereto, dove Michele Abbondanza e Antonella Bertoni hanno anche fondato Scuola d’Azione, uno spazio teorico e fisico per la formazione e la trasmissione del movimento, torna al Festival Oriente Occidente con un nuovissimo progetto artistico. Come il loro ultimo, fortunato, spettacolo La morte e la fanciulla, vincitore del Premio Danza&Danza come miglior produzione italiana 2017, sull’eponimo quartetto per archi di Franz Schubert, anche il nuovo lavoro muove da una fonte musicale. Il titolo rende subito inequivocabile il principio ispiratore. Il rimando, infatti, è immediato al celeberrimo album del jazzista statunitense Charles Mingus pubblicato nel 1956 considerato pietra miliare non solo per la carriera del musicista, ma anche per la storia del jazz. Pithecanthropus Erectus (dal titolo della prima traccia incisa, storia dell’evoluzione umana in una suite di dieci minuti, un tema sommesso che a sprazzi si agita con l’irrompere di uno stridente sassofono impazzito, fino a esplodere nell’improvvisazione collettiva) fu infatti preludio alla produzione successiva di Mingus sempre più concentrata su nuove linee espressive che determineranno la nascita del free jazz nel decennio successivo. Attratti dalla libertà armonica e ritmica di questo storico LP e insieme dal risvolto politico e sociale che le sonorità, spesso dissonanti e urtanti, di Mingus producono, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni costruiscono un quartetto di pura danza esclusivamente maschile. Danno così voce all’altra metà del cielo esclusa dalla precedente produzione: il trio femminile La morte e la fanciulla. “Attraverso i quattro interpreti/pitecantropi – spiega Michele Abbondanza – segneremo lo spazio del loro diventare Erectus, fermandoci prima del Sapiens, in una parabola astratta e metaforica dell’evoluzione umana, soprattutto vista e agita da un punto di vista (che è anche e per noi soprattutto una posizione) maschile”. E così facendo tentano, attraverso il genio di Charles Mingus e la sua sperimentazione, di costruire il poliformismo del marziano maschio del ventunesimo secolo.
Informazioni e dettagli:
www.orienteoccidente.it