Nuova Produzione 2018 / Coreografie: Davide Bombana / Musiche originali composte ed eseguite dal vivo da Katia Pesti (pianoforte, reyong, gong, angklung, bendir, tamburo, campane tibetane, piastra sonora, contrabasso, hapy drum) / Voce Gabin Dabirèc(talking drum, kalimba, sonagli africani) / Light Design Emanuele De Maria / Danzatori: Roberta De Simone, Monika Lepisto, Eleonora Pifferi, Simone Zannini, Paolo Barbonaglia / Una Produzione Balletto di Roma in Co-Produzione con Fabbrica Europa.
Balletto di Roma e Fabbrica Europa, in seguito alla creazione di Borders nel 2017, proseguono la loro collaborazione nel progetto Dan+z, iniziativa che intende esplorare il rapporto tra coreografia contemporanea e musica jazz. Quest'anno, con le coreografie di Davide Bombana, l'incontro avviene tra cinque danzatori del Balletto di Roma e la poliedrica musicista Katia Pesti con l'accompagnamento vocale del cantante africano Gabin Dabire, per una produzione originale in cui danza contemporanea e senso degli antichi rituali si fondono. In uno spazio vuoto, se non fosse per la presenza di un pianoforte con altri strumenti percussivi adagiati al suolo, i danzatori emergono dall'ombra attraversando fisicamente il tessuto sonoro, fino a dar vita ad una danza solenne, simbolo d'inizio e insieme di transitorietà. Tra melodie sotterranee, rapidi istanti di abbandono e sensualità, momenti che mescolano armonia e irruenza, musica, danza e canto conducono verso luoghi ancestrali e misteriosi. La forte vitalità che ne risulta è costantemente nutrita dall'eterogeneità del gruppo e dalla mescolanza dei generi, che si scambiano a vicenda ricchezze e risonanze. Questo spettacolo assaggia mondi lontani e dona allo spettatore suggestioni intrise di atmosfere esotiche. Una presenza fisica e sonora importante, quella dei danzatori e dei musicisti presenti in scena, che s’incontrano e “scontrano" dando vita ad un microcosmo fatto di ritmi, colori e segni insoliti. Metafora di un'apertura culturale ormai vacillante, “Arcaico” svela la fascinazione per un’indefinita origine, un'utopica, profonda, ancestrale armonia. E’ un lavoro che vuole forse servire da antidoto e protesta contro la crescente intolleranza, incomunicabilità e profonda paura alla base dei rapporti umani: un monito a ritrovare una dimenticata, ma forse non ancora perduta, apertura e accettazione dell'altro.
Informazioni complete:
www.teatrodipergine.it
www.centrosantachiara.it
Evento segnalato da Teatro Comunale di Pergine