Di Anton Cechov / regia di Giuseppe Amato / con Angelica Beccari, Niccolò Pedelini, Paola Mitri, Emanuele Cerra, Giulio Federico Janni, Beatrice Agostini, Valentina De Cecco, Athos Pasquali, Jacopo Lolli, Beatrice Ricci / voce e musica dal vivo Marina Zampa / una produzione Raumtraum
Prestagione
Il Gabbiano di Anton Cechov è uno dei capolavori non solo del teatro, ma anche della letteratura di tutti i tempi. Eppure racconta di vite feriali, poco realizzate, incompiute, racconta di uomini e donne ordinari, profondamente anti-eroici, intrappolati in vite discrete, periferiche e che camminano in punta di piedi. Ma cosa fanno queste piccole vite che giungono attraverso l'incrocio dei tempi fino a noi? Soffrono. Semplicemente. Soffrono a dismisura. Soffrono come solo gli esseri umani sanno raccontare; sono sole, come appoggiate su questa terra, e per questo ci sono incredibilmente vicine. Non ci chiedono aiuto, anzi. Soltanto se porgiamo l'orecchio, ci sussurrano imbarazzate i loro piccoli drammi e poi ci sorridono, piene di grazia e di vergogna. Ogni personaggio creato da lui è così mediocre, così autenticamente semplice e forse un po’ sciocco di fronte ai suoi sentimenti, da apparirci però incandescentemente vicino, dotato di una tenerezza struggente e per questo non resistiamo a innamorarcene tutte le volte.
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