Regia Fabiana Iacozzilli / Drammaturgia Linda Dalisi, Fabiana Iacozzilli / Dramaturg Linda Dalisi / Performer Ermanno De Biagi, Francesca Farcomeni, Piero Lanzellotti, Giusi Merli e con Mona Abokhatwa per la prima volta in scena / Progettazione e realizzazione scene Paola Villani / Luci Raffaella Vitiello / Musiche originali Tommy Grieco / Suono Hubert Westkemper
Costumi Anna Coluccia / Video Lorenzo Letizia / Aiuto regia Francesco Meloni / Scenotecnica Mauro Rea, Paolo Iammarone, Vincenzo Fiorillo / Fonico Jacopo Ruben Dell’Abate, Akira Callea Scalise / Direzione tecnica Francesca Zerilli / Assistenti Virginia Cimmino, Francesco Savino, Veronica Bassani, Enrico Vita / Collaborazione artistica Marta Meneghetti, Cesare Santiago Del Beato / Foto di scena Laila Pozzo
Ufficio stampa Antonella Mucciaccio / Produzione Cranpi, La Fabbrica dell’Attore, La Corte Ospitale, Romaeuropa Festival / Con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna / Con il sostegno di Accademia Perduta / Romagna Teatri, Carrozzerie n.o.t, Fivizzano 27, Residenza della Bassa Sabina, Teatro Biblioteca Quarticciolo / Si ringraziano Luisa Pacilio, Martina Bonati, Martina Tirone, Clara Greco, Benjamin Miller, Mirko Lorusso, Irene Paloma Jona, Marco Ferrara, Beth McCreton, Angela Di Domenico, gli spettatori e le spettatrici del Teatro Herberia Rubiera; Fondazione Casa Lyda Borelli per artisti ed operatori dello spettacolo di Bologna, Casa Residenza Anziani (CRA) di Rubiera; il Centro anziani del comune di Magliano Sabina, Cecilia Alei, Agnesi Graziella
“Il punto è trasformare il dolore in bellezza. Ci riusciremo ancora?”
Cosa resta di una famiglia quando i corpi si dissolvono e la memoria si sgretola?
Il Grande Vuoto è l’ultima stagione dell’amore tra una madre, i suoi figli e un padre che non c’è più. Una madre, ex attrice, lentamente scivola via, inghiottita da una malattia neurodegenerativa che le lascia un solo frammento integro: un monologo tratto dal Re Lear. È da qui che si apre un dialogo impossibile tra la tragedia shakespeariana e il quotidiano più intimo, dove il dolore si trasforma, si traveste, gioca. La casa si svuota di persone ma si riempie di oggetti, ricordi, polvere. E la memoria si spegne, gli occhi delle telecamere continuano a osservare: un figlio, una figlia, possono ancora vedere la madre, guardarla mentre gioca al solitario, fissare la televisione spenta, parlare con persone che non esistono, non farsi il bidet, piangere, stare seduta e ferma sul bordo del letto, passare la notte a tirare fuori dai cassetti fotografie, pezzi di carta, mutande sporche, per poi rimetterli dentro.
Regista e autrice tra le voci più riconoscibili della scena contemporanea, Fabiana Iacozzilli intreccia drammaturgia e ricerca performativa. Lavora tra Roma e New York, collabora con spazi come Teatro Vascello, Cranpi e Carrozzerie | N.O.T, ed è membro del Lincoln Center Directors Lab. I suoi spettacoli – da La classe a Una cosa enorme, da Aspettando Nil a En Abyme – sono stati premiati nei principali festival italiani e internazionali. Al centro del suo percorso: la cura del dettaglio scenico, l’indagine sull’identità e un’urgenza teatrale che scuote e interroga.
La trilogia del vento è un progetto in tre atti in cui Fabiana Iacozzilli esplora le grandi fasi della vita come momenti di trasformazione: l’infanzia e l’impronta dei maestri (La classe), la maturità e la complessità del prendersi cura (Una cosa enorme), e infine la vecchiaia, il vuoto e la memoria (Il grande vuoto).
www.cranpi.com
Informazioni compete e biglietti:
www.perginefestival.it
Evento segnalato da Pergine Festival