L’avvocato Giuseppe Chiocchetti, improvvisamente ed inaspettatamente scomparso, può essere assunto ad archetipo del rapporto esistente tra il Museo storico italiano della guerra e la città di Rovereto. Il Museo, istituzione privata fondata da illustri cittadini roveretani nel lontano 1921, ha sempre trovato linfa e stimoli nel rapporto coi roveretani che dedicavano attenzione non solamente alla propria stimata attività civica e professionale – come è il caso di Chiocchetti – ma anche alla storia e alla cultura della memoria. L’impegno di Giuseppe Chiocchetti per il Museo della guerra ne è un esempio validissimo.
Il Presidente del Museo, Alberto Miorandi, ricorda come Chiocchetti sia stato Consigliere del Museo ininterrottamente dalla metà degli anni Settanta del secolo scorso, agendo sempre con prudenza, raziocinio e buon senso, affinché il Museo si sviluppasse nei modi che possiamo giornalmente constatare: un museo che ha attraversato un secolo complesso e che ha saputo aggiornarsi, proporre nuove ed innovative chiavi di lettura, fornire servizi culturali di alto livello a scuole e visitatori. Chiocchetti ha attraversato, silenziosamente ma con forte impegno, i lunghi anni della Presidenza di Ivo Delaiti (anni ‘80) e poi del Presidente Alberto Gerosa (anni ‘90 - 2000), ricoprendo la carica di Vicepresidente del Museo. Dal 2019 ricopriva la carica di Presidente del Collegio dei Probiviri.
Il nesso tra Museo e cittadinanza, esemplificato dal ruolo attivo di Chiocchetti negli organi direttivi del Museo, non si limita ad un rapporto funzionale. Sempre Miorandi ricorda come Chiocchetti, figlio dello studioso Valentino Chiocchetti – già Preside dell’Istituto magistrale di Rovereto (1947-1975), Direttore della Biblioteca Civica G. Tartarotti (1953-1971) e Presidente del Museo storico italiano della guerra (1975-1986) – si fosse impegnato in prima persona, anche con impegno economico personale, a preservare dalla dispersione importanti cimeli, già facenti parte di importanti collezioni storiche roveretane, che hanno attraversato la storia di Rovereto e della Vallagarina, in quanto appassionato cultore di storia locale. In questa veste, più silenziosa e appartata, ma non meno importante per l’istituzione museale, nel corso degli anni ha contribuito in più occasioni all'arricchimento delle collezioni del Museo, donando gran parte dei cimeli dal lui raccolti: un’importante selezione di questi, che illustrano la storia guerresca del nostro territorio Trentino e Lagarino dalla preistoria ai nostri giorni, trova oggi collocazione nelle esposizioni permanenti del Museo.
Informazioni:
www.museodellaguerra.it